Terapie intensive, querelle tra la Regione e il sindacato medici: “I conti non tornano”
Il Dirmei risponde al comunicato di Anaao Assomed che chiedeva chiarezza sui numeri dei posti letto: “Sono 628, come comunicato al ministero della Salute”Si è accesa nelle ultime ore una contesa sul numero delle terapie intensive disponibili in Piemonte tra il sindacato medico Anaao Assomed e il Dirmei (Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive).
A dar fuoco alle polveri la nota con cui Anaao Assomed afferma: “Il 12 dicembre 2020 la Regione presentava un documento sul potenziamento dei posti letto in terapia intensiva dal quale si evince che i posti strutturali potenziati durante la pandemia erano un totale di 626. Il documento declina anche dove sarebbe avvenuto tale incremento, azienda per azienda. Sono stati creati? Dove ora, agosto 2021, la Regione Piemonte dichiara all’Agenas un totale di PL strutturali in TI di 628. Questo numero è rilevante, perché il tasso di occupazione dei posti letto determina i colori delle regioni e quindi, in base a questi dati, nelle prossime settimane, verranno impartite disposizioni più o meno restrittive”. I numeri dichiarati ad Agenas lasciano perplesso il sindacato, perché - sostengono i camici bianchi - non sembrano coincidere con quelli reali: “Secondo i documenti regionali, Città della salute avrebbe 127 posti letto e invece ne risulterebbero circa 80, l'ASL TO 5 ne dovrebbe avere 22 e invece per ora 14, gli 8 di Carmagnola saranno costruiti, non si sa quando, Vercelli accreditata per 16 ne ha 12, Biella dichiarati 16 ma attualmente sono 10, altri 6 saranno costruiti a dicembre”. Quindi la domanda, rivolta alla Regione: “Quanti sono attualmente i posti letto strutturali attivi di TI in Piemonte (non quelli temporanei, non quelli in sale operatorie, non quelli provvisori)?”.
Il chiarimento è arrivato a stretto giro dal Dirmei, il cui direttore Emilpaolo Manno precisa che “i conti tornano: il numero complessivo è di 628, come comunicato al Ministero della Salute”. La distinzione tra posti letto strutturali, funzionali, temporanei e provvisori, assicura il dirigente, “non è frutto di una mera sottigliezza lessicale, ma rispecchia in modo il più possibile realistico l’esigenza di predisporre in tempi rapidi (h24) i posti letto necessari in caso di cambiamento in peggio dello scenario epidemiologico”.
Dei 299 posti letto strutturali definiti dal Decreto legge 34/2020 e in fase di realizzazione, 99 sono già attivabili a breve e si sommano ai 327 strutturali già presenti in fase pre-Covid. Con risorse regionali invece sono stati attivati altri 160 posti funzionali. A questi si aggiungono altri 42 posti funzionali che in caso di estrema necessità sono potenzialmente attivabili nell’arco di un giorno, attraverso la conversione di altri reparti. In totale, riepilogano i vertici della sanità piemontese, sono quindi 628 i posti letto di terapia intensiva disponibilità in Piemonte per fronteggiare l’emergenza: numero che deriva dalla necessità di considerare lo scenario peggiore raggiunto nella prima ondata.
“Il sistema - continua Manno - è predisposto per il progressivo ampliamento delle terapie intensive qualora servisse. Pertanto anche l’analisi puntuale dei posti letto azienda per azienda deve tener conto di una flessibilità fisiologica, del fatto che vi possono essere lavori di ristrutturazione o di ampliamento in un reparto e di altri fattori che non possono essere considerati singolarmente. Dovendo garantire anche le attività non Covid è indispensabile considerare il patrimonio complessivo di letti a disposizione”.
Il direttore del Dirmei ha colto l’occasione per elogiare l’alto tasso di adesione alla campagna vaccinale dei cittadini piemontesi: “Se il Piemonte in questa fase continua a mantenere numeri relativamente bassi di ricoveri in terapia intensiva e negli altri reparti, lo si deve, oltre alla buona adesione dei cittadini alla campagna vaccinale di massa, anche al fatto che la situazione negli ospedali è sotto controllo e non presenta, al momento, elementi di preoccupazione. Proprio oggi sono diminuiti di 3 unità i posti letto in terapia intensiva (da 12 siamo a 9). Ciò non significa che non vi debba essere massima attenzione e vigilanza, nella malaugurata ipotesi di una recrudescenza della diffusione del virus SarsCov2 nella nostra regione”.
Redazione
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