Tombe romane a Castelletto Stura, sotto il terreno c’è una vera necropoli
La scoperta durante alcuni lavori: nelle fosse anfore, fibbie e una moneta del I secolo dopo Cristo. Il sindaco Dacomo: “Speriamo di mantenere i reperti sul territorio”È una vera necropoli romana quella scoperta a Castelletto Stura nella zona dell’attuale cimitero, durante i lavori propedeutici alla posa delle tubature voluta dal consorzio “Bealera Maestra” di Bene Vagienna. Si tratta di un insieme di sepolture che il ritrovamento di una moneta permette di datare all’inizio dell’età imperiale, per la precisione intorno al 70 dopo Cristo.
Una testimonianza importante sulla presenza dei romani nella pianura cuneese: un primo gruppo di nove tombe è stato individuato durante il quinto dei saggi di archeologia preventiva che la Sovrintendenza effettua in modo propedeutico, in presenza di scavi del genere (analoghe attività di ricerca su eventuali ordigni bellici, per fortuna, non hanno dato riscontri). Poi se ne sono aggiunte altre nel corso di ulteriori scavi: “Due sono state svuotate oggi, ne restano probabilmente altre tre che però sono state danneggiate, in passato, dal passaggio di un canale irriguo risalente a centinaia di anni fa” fa sapere il sindaco di Castelletto Stura Alessandro Dacomo.
La posa delle tubazioni del canale maestro, per cui i lavori sono iniziati a settembre dello scorso anno, è una grande opera che servirà i consorzi a valle. L’intervento, eseguito dalla ditta F.T. di Peveragno e coordinato dalla Krea Costruzioni, prosegue ora con la supervisione degli archeologi: un piano di sondaggi, disposti a 120 metri l’uno dall’altro, segue l’intero tratto di 22 chilometri su cui passerà la condotta idrica. Quella su cui sono avvenuti i ritrovamenti è la linea principale di quattro chilometri che attraversa i comuni di Castelletto e Montanera.
Le tombe, spiega il sindaco sulla scorta delle indicazioni fornite dagli archeologi, erano divise in una metà della fossa contenente le ceneri del defunto e in un’altra metà che ospitava il corredo. Qui sono custoditi i reperti, in particolare anfore e vasi di terracotta che probabilmente contenevano cibarie, vino e olio per accompagnare il trapasso del defunto. In alcuni casi sono stati rinvenuti accessori metallici di abbigliamento, perlopiù fibule per mantelli e fibbie da cinture. Tutti i reperti sono già stati prelevati e portati ad Alessandria e a Torino, dove verranno analizzati.
L’amministrazione comunale spera però di poterli riportare sul territorio, una volta che la fase di catalogazione sarà terminata: “È ancora presto per parlarne - premette Dacomo - ma anche la Sovrintendenza considera importante lasciare la storia dove la si trova”. Questo però richiederà la presenza di locali idonei da adibire a spazi museali, con gli opportuni sistemi di allarme e controlli: “Se come Comune non riuscissimo a dotarcene nei tempi stabiliti, c’è comunque la possibilità di ospitarli al Museo Civico di Cuneo, com’era già accaduto per i ritrovamenti di Sant’Albano”.
Una possibilità è quella di accogliere i reperti nei locali della biblioteca civica, che entro la primavera del prossimo anno dovrebbe essere trasferita. Al momento c’è già un piccolo museo etnografico, dove sono esposti oggetti relativi alle due rievocazioni storiche castellettesi, il Bal de Sabre e il Reggimento degli Spiantà: “In vista dello spostamento della biblioteca, si potrebbe pensare a un allargamento e alla creazione di una sezione apposita”.
Andrea Cascioli
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