Trony: domani incontro al Mise. Unieuro possibile compratore?
Secondo gli esperti Unieuro potrebbe acquisire il 'pacchetto' Dps. Per i sindacati la priorità sono i lavoratori. Arcuri (Cgil): 'Tutto nelle mani del curatore'
Nella giornata di domani, giovedì 5 aprile, è previsto un nuovo incontro al ministero dello Sviluppo economico sulla Trony, la catena italiana di negozi specializzati nella vendita di elettrodomestici e prodotti di elettronica che sta attraversando un momento a dir poco difficile.
In provincia di Cuneo, da fine marzo, una ventina di lavoratori sono rimasti a casa. Il motivo? La Dps, società che ha il maggiore pacchetto di aziende commerciali a insegna Trony, circa 43 in Italia (compresi i negozi di Alba, Bra e Cuneo) ha dichiarato fallimento. La situazione della Dps era traballante da tempo. L'azienda aveva richiesto un concordato preventivo che però non è stato accettato dal giudice fallimentare.
Domani l'incontro al Mise, ma è esclusa la possibilità di riaprire in esercizio provvisorio, piuttosto si guarda ai possibili compratori. I sindacati puntano a ottenere la salvaguardia dei posti di lavoro. Edmondo Arcuri, della Filcams- Cgil di Cuneo, ha affermato: “Andremo all' incontro per cercare di capire se ci possono essere degli strumenti per tenere i lavoratori agganciati all'azienda e dare loro fiato. Qualsiasi strumento per salvaguardare il lavoro sarà ben accetto. Al momento tutto è nelle mani del curatore fallimentare”.
Secondo quanto riportato dagli esperti la prima (e forse unica) indiziata ad acquistare il pacchetto Dps, sarebbe Unieuro, che tramite una serie di acquisizioni dal gruppo Euronics ha aumentato il suo fatturato del del 12,8% a quota 1,873 miliardi e quest'anno guarda a sfondare quota due, puntando al 'monopolio' del settore.
L'acquisizione da parte di Unieuro non è comunque scontata. Ad eccezione di quest'ultimo tutti gli altri gruppi del settore sono in forte crisi. Oltreoceano le chiamano «Death by Amazon», sono le aziende del commercio vecchio stampo “uccise da Amazon”. In Italia (almeno per il momento) il settore più colpito è proprio quello dell'elettronica di consumo (La stessa Trony, Euronics e Mediaworld). La crisi è annosa, ma negli ultimi mesi ha raggiunto dimensioni impensabili anche per i più ottimisti tra fallimenti e distributori locali chiusi. E siamo solo all'inizio.
In provincia di Cuneo, da fine marzo, una ventina di lavoratori sono rimasti a casa. Il motivo? La Dps, società che ha il maggiore pacchetto di aziende commerciali a insegna Trony, circa 43 in Italia (compresi i negozi di Alba, Bra e Cuneo) ha dichiarato fallimento. La situazione della Dps era traballante da tempo. L'azienda aveva richiesto un concordato preventivo che però non è stato accettato dal giudice fallimentare.
Domani l'incontro al Mise, ma è esclusa la possibilità di riaprire in esercizio provvisorio, piuttosto si guarda ai possibili compratori. I sindacati puntano a ottenere la salvaguardia dei posti di lavoro. Edmondo Arcuri, della Filcams- Cgil di Cuneo, ha affermato: “Andremo all' incontro per cercare di capire se ci possono essere degli strumenti per tenere i lavoratori agganciati all'azienda e dare loro fiato. Qualsiasi strumento per salvaguardare il lavoro sarà ben accetto. Al momento tutto è nelle mani del curatore fallimentare”.
Secondo quanto riportato dagli esperti la prima (e forse unica) indiziata ad acquistare il pacchetto Dps, sarebbe Unieuro, che tramite una serie di acquisizioni dal gruppo Euronics ha aumentato il suo fatturato del del 12,8% a quota 1,873 miliardi e quest'anno guarda a sfondare quota due, puntando al 'monopolio' del settore.
L'acquisizione da parte di Unieuro non è comunque scontata. Ad eccezione di quest'ultimo tutti gli altri gruppi del settore sono in forte crisi. Oltreoceano le chiamano «Death by Amazon», sono le aziende del commercio vecchio stampo “uccise da Amazon”. In Italia (almeno per il momento) il settore più colpito è proprio quello dell'elettronica di consumo (La stessa Trony, Euronics e Mediaworld). La crisi è annosa, ma negli ultimi mesi ha raggiunto dimensioni impensabili anche per i più ottimisti tra fallimenti e distributori locali chiusi. E siamo solo all'inizio.
Samuele Mattio
CUNEO Lavoratori