Un ospedale unico per la pianura cuneese? La Regione ci pensa, Cuneo trema
L'assessore alla Sanità: 'È opportuno spendere cifre elevate per avere tre strutture vecchie e con una logistica complessa?'. Per saperlo si attendono le verifiche di vulnerabilità sismica. I soldi per il 'piano Magni' ci sono, ma..."Siamo in attesa del referto dell'ufficio tecnico per capire quale sarà l'indice di vulnerabilità sismica e la spesa per i relativi adeguamenti per fare un ragionamento sul futuro degli ospedali di pianura”. Così l'assessore alla Sanità piemontese Luigi Icardi ha risposto nel pomeriggio di ieri, martedì 8 ottobre, nello spazio del Consiglio regionale dedicato ai question time, a un'interrogazione del dem Maurizio Marello. L'argomento era il futuro degli ospedali di Savigliano, Fossano e Saluzzo, che al momento, per usare le parole dell'assessore, è in 'stand by'. L'ex sindaco di Santo Stefano Belbo si è spinto oltre, lanciando l'idea di un ospedale unico, ma andiamo per gradi.
Il percorso intrapreso dalla giunta Chiamparino e proseguito dall'attuale amministrazione piemontese è il cosiddetto “piano Magni”. Un progetto che prevede la riqualificazione dei tre nosocomi, da intendere come una struttura unitaria dislocata su tre sedi: l'ospedale principale a Savigliano (con il potenziamento del Pronto Soccorso), quello di “area vasta” a Saluzzo e un presidio di riabilitazione di 2° e 3° livello a Fossano con lungodegenza, procreazione assistita, hospice, radiologia e ambulatori specialistici integrati con la rete ospedaliera.
Il progetto che porta il nome dell'ex direttore generale dell'Asl CN1 Francesco Magni ha un costo di circa 53 milioni di euro. Soldi che, ha annunciato ieri l'assessore in Consiglio regionale, ci sono: “Li abbiamo già accantonati in una partita arrivata dal Governo per queste specifiche attività”. Pronti a partire con i lavori? Non proprio. Il tutto è subordinato ad una verifica di vulnerabilità sismica delle strutture per la quale la Regione ha stanziato 9 milioni di euro. L'ufficio tecnico ha iniziato le verifiche nel mese di luglio e si conta che concluda nel giro di dieci mesi (maggio 2020). A quel punto l'assessorato alla Sanità regionale dovrà fare nuove valutazioni.
Icardi non si è schermito. “Se l'indice di vulnerabilità sismica sarà molto basso (l'esito della verifica è positivo - fabbricato che soddisfa i requisiti delle Norme Tecniche - se l'indicatore è maggiore o uguale a 1, negativo se minore di 1 n.d.r.) e si renderanno necessari interventi importanti, allora un ragionamento sulla costruzione di un nuovo ospedale sarà opportuno. Bisognerà riflettere se continuare ad avere tre ospedali con una struttura vecchia, energivori, e con una logistica complessa per l''attività sanitaria, oppure costruirne una nuova”. Tradotto: avanti con il Piano Magni, ma...
In attesa delle reazioni delle tre 'sorelle', c'è chi guarda con malcelato sospetto (e un po' di paura) alla possibilità paventata da Icardi. Si tratta di Cuneo. Il capoluogo ha avviato da tempo un percorso per disegnare il futuro dell'ospedale 'Santa Croce e Carle' su un'unica sede, istituendo una commissione speciale per deciderne l'ubicazione. La mossa dell'amministrazione di Federico Borgna per 'portarsi avanti con il lavoro' non è sembrata una coincidenza. Il tentativo di dettare i tempi della partita sul prossimo ospedale da costruire in provincia di Cuneo, ora che quello di Verduno è alle battute finali, ha evidentemente incontrato un ostacolo con il cambio di colore della Giunta regionale.
Che c'azzecca l'ospedale di Cuneo con l'ipotetico nosocomio che rileverebbe le strutture di Savigliano, Fossano e Saluzzo? È proprio qui che casca l'asino: la diffidenza della città dei sette assedi rispetto all'attuale titolare della Sanità regionale è legata al timore che nelle sue intenzioni ci sia sì la volontà di costruire un nuovo ospedale, ma che questo non accorpi solamente il Civile, S.S. Annunziata e Trinità, ma una maxi struttura che comprenda anche il Santa Croce e Carle. In questo caso, a rigor di logica, l'ubicazione non sarebbe né Cuneo né Confreria (come oggi immaginato), ma un'ipotetica zona di campagna facilmente raggiungibile dalle quattro sorelle (Centallo?). Il capoluogo rischia di perdere la sua eccellenza?
Dopo le parole di Icardi in Consiglio regionale dubbi e sospetti cominciano a prendere forma: nella migliore delle ipotesi (ovvero la costruzione di un nuovo ospedale che non comprenda Cuneo), le ambizioni del capoluogo di avere il Santa Croce e Carle in un unico complesso sarebbero rimandate di decenni. Ancora una volta ci tocca scomodare Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina”.
Samuele Mattio
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