Uncem rilancia la mappatura delle aree in cui non prende il cellulare
Nel 2019 era già stato sviluppato un progetto simile, che ha favorito il miglioramento di alcune situazioni. Per effettuare una segnalazione è possibile compilare un form onlineQuante volte succede di andare in un luogo nuovo e notare che il cellulare non prende? Staccare dalla quotidianità spesso troppo frenetica per molti si rivela essere un toccasana, ma il problema si pone per le persone che quel luogo lo abitano quotidianamente e che sono completamente isolate o quando si verifica un’emergenza ed è necessario chiamare qualcuno. Nonostante sia ormai possibile comunicare istantaneamente con l’altra parte del mondo senza troppa fatica, ancora oggi non tutti i posti sono connessi allo stesso modo. Anche nel Cuneese molte zone rimangono isolate o funzionano solo per alcuni operatori telefonici. Il problema era stato sollevato da Uncem (Unione nazionale dei comuni delle comunità e degli enti montani) ormai anni fa, tanto che a fine ottobre 2019 aveva presentato una prima mappatura con le aree del Paese in cui il cellulare non funziona come dovrebbe.
Da quel progetto era nata una collaborazione con gli operatori di telefonia e i proprietari delle reti, delle torri (Tim, Vodafone, WindTre, InWit) e con gli operatori per internet senza fili (soprattutto Eolo e Bbbell). La necessità di avere una mappatura precisa era emersa fin da subito. Da luglio a settembre 2019, infatti, Uncem aveva ricevuto 1.450 e-mail con segnalazioni di aree del Paese non coperte dal segnale di telefonia mobile. In provincia di Cuneo erano emerse situazioni di disagio a Vernante, Brossasco, Pontechianale, Roccasparvera, Demonte e Piasco. Ma questa è solo una lista molto approssimativa perché nella Granda si erano verificate decine di segnalazioni. Già da questo breve elenco però si nota una delle caratteristiche delle zone in cui prende poco il cellulare: spesso questa situazione riguarda paesi collocati in montagna o in aree poco abitate. L’assenza di questo servizio aumenta ulteriormente il divario tra le città e i luoghi situati nelle zone più interne, anche se bisogna notare che la situazione tocca ugualmente alcuni centri più grandi. Nel Cuneese, ad esempio, fanno parte di questo gruppo anche aree di Borgo San Dalmazzo e Mondovì. Grazie all’azione di Uncem, però, sono stati risolti alcuni problemi segnalati da cittadini e sindaci con la messa in campo di una serie di interventi e investimenti. Nella legge di bilancio 2020 a livello nazionale sono stati previsti 1,5 milioni per i nuovi tralicci. Quei soldi però devono ancora essere spesi, ma rappresentano comunque un segnale positivo. Inoltre, le Regioni si sono mosse anche in autonomia e una spinta può essere rappresentata dai fondi del Pnrr.
Secondo Uncem molto rimane ancora da fare. Per questo motivo è stata recentemente lanciata una nuova campagna per mappare i luoghi senza segnale telefonico o dove è impossibile navigare su internet. “Vogliamo continuare ad agire su una grande emergenza del Paese che ha a che fare con la tv che non si vede e le zone montane senza banda ultralarga. È la prima emergenza da colmare - dice Uncem -. È un problema di tutta l’Italia, non solo delle aree interne e montane”.
Un lavoro simile riguarda la televisione. Non sono unicamente i telefoni a non funzionare, spesso - in particolare nelle zone di montagna - nemmeno la tv si vede bene. In quei casi le soluzioni prevedono solitamente l’installazione di parabole e decoder, con un conseguente aumento dei costi. Per cercare di colmare questa lacuna Uncem sta lavorando con Rai, società delle torri e ministeri al fine di capire dove le trasmissioni non si vedono e intervenire (a questo link si può compilare il form sulla mancanza del segnale televisivo).
La chiamata di Uncem si rivolge quindi ai singoli cittadini, che possono dare una mano compilando il form al seguente link segnalando luoghi in cui il cellulare non funziona come dovrebbe. Ma la chiamata è anche nei confronti delle Regioni, degli enti locali, dei ministeri, del dipartimento della Digitalizzazione e del ministero delle Autonomie, “lavorino con Uncem per vincere una volta per tutte il general divide”. Sono proprio loro che possono intervenire per permettere all’Italia di essere un Paese più connesso, più all’avanguardia, più consapevole del presente e proiettato verso le opportunità del futuro.
Micol Maccario
CUNEO uncem