Via agli espropri per la variante di Demonte: “L’iter italiano è chiuso”
L’annuncio dell’assessore regionale Gabusi in Confindustria. Sull’Asti-Cuneo, l’ad si giustifica: “C’è voluto più tempo per le autorizzazioni che per i lavori”È ormai superato lo stallo burocratico sulla variante di Demonte, arenata dal 2019 sulla valutazione di impatto ambientale a causa del niet del ministero della Cultura. L’oggetto del contendere, com’è noto, era la possibile interferenza con i resti interrati del forte della Consolata.
Preannunciato in gennaio da un vertice in Prefettura, l’ok è arrivato lo scorso 10 marzo con il via libera del ministero dell’Ambiente: “Si è chiuso l’iter italiano” annuncia soddisfatto l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, davanti alla platea di Confindustria dove era in corso questo pomeriggio la presentazione del rapporto Oti sulle infrastrutture piemontesi. In attesa del via libera dall’Unione Europea, aggiunge l’assessore, nei prossimi giorni arriveranno gli avvisi di esproprio dei terreni interessati: “Nel corso del prossimo anno credo si completerà la fase autorizzativa, per poi partire con la gara e i lavori”.
Entro quest’anno, invece, si attende il completamento di altre due “grandi incompiute” in provincia, ovvero il Tenda bis e l’autostrada Asti-Cuneo. Qui c’è poco da esultare: l’apertura del cantiere al valico della valle Vermenagna risale al 2013, i primi lavori sulla “Salerno-Reggio Calabria del Nord” addirittura all’anno 2000. Un quarto di secolo per 67 chilometri di autostrada e c’è chi, come il ministro dei Trasporti Matteo Salvini in un’audizione al Senato, pensa che siamo pure “in anticipo”. Tutto ciò parlando di un’opera di cui due anni fa era stato annunciato - sempre da Salvini - il completamento a fine 2024.
“Ci siamo impegnati e stiamo facendo di tutto per rendere l’opera percorribile entro fine anno” assicura l’ad di Asti-Cuneo Bernardo Magrì, anche lui convinto che l’autostrada sospesa non meriti il “pallino giallo” assegnato dal rapporto Oti ai ritardatari. Parafrasando una famosa canzone delle mondine, verrebbe da rispondere: “Se venticinque anni vi sembran pochi”. “Il tempo autorizzativo è stato incredibile per un’opera del genere, decisamente superiore al tempo realizzativo” fa notare Magrì: “È un caso emblematico di un’opera in cui tutti hanno collaborato e nonostante questo il tempo è stato più lungo rispetto a quello previsto dal cronoprogramma. Oggi l’opera è in corso di esecuzione, dall’approvazione del progetto ricorrono 30 mesi al massimo: abbiamo avuto l’autorizzazione a novembre”.
Il presidente della Regione Alberto Cirio, in collegamento, ricorda quanto è stato fatto per “riavviare” i lavori, inventando un cross financing con il prolungamento della concessione sulla Torino-Milano che ha fatto storcere il naso a Bruxelles ma ha permesso di reperire le risorse: “Quando mi sono insediato il problema della Asti-Cuneo era di finanziamento. - sottolinea il presidente langhetto - Ci si chiedeva dove fosse meglio fare il buco: abbiamo preso una posizione netta e scelto di cambiare il progetto, stiamo passando a fianco della collina anziché bucarla. Questo ci ha permesso di sbloccare i lavori”.
Poi c’è il tunnel di Tenda: qui il problema non è il “come” ma il “quando”. “Venerdì 28 abbiamo la Cig a Limone, alla presenza del nuovo ministro francese che alla stampa ha confermato la volontà di riapertura entro l’estate” dice ancora Cirio. Il contestato commissario dell’Anas Nicola Prisco fa il punto sullo stato dell’arte: “Da aprile inizieranno le verifiche e i collaudi che sono particolarmente complessi: gli impianti sono di ultima generazione e le prove dovranno essere eseguite in contraddittorio tra Italia e Francia. La parola ultima ce l’hanno la commissione intergovernativa e i comitati tecnici: noi siamo fiduciosi”. Secondo l’attuale previsione, il tunnel verrà aperto a senso unico alternato, con una corsia di emergenza di tre metri: “L’obiettivo è quello di ammodernare la canna storica e avere in futuro la corsia Italia-Francia nel tunnel attuale e la corsia Francia-Italia in quello rimodernato”.
“Sul Tenda stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel” sintetizza Gabusi, con un certo ottimismo: “Abbiamo chiesto al commissario di mantenere la data del 30 giugno e vediamo che l’evoluzione dei lavori c’è. Riteniamo particolarmente importante che questo vada di pari passo con ciò che stiamo progettando: nel contratto con Anas ci sono l’Armo-Cantarana e la tangenziale di Demonte”. Cirio si spinge ancora più in là, prefigurando l’uscita del Piemonte dall’attuale cul de sac: “Se entro l’anno avremo la riapertura del Tenda e del Frejus, oltre alla ferrovia e l’iter per la seconda canna del monte Bianco, toglieremo il Piemonte dall’isolamento: poi si aggiungono Tav e terzo valico. Entro sei o sette anni il Piemonte sarà nel cuore dell’Europa con Lisbona-Kiev e Genova-Rotterdam”.
Andrea Cascioli

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