Violenza di genere, quanto è preoccupante a Cuneo?
Cuneo Mia chiede all’amministrazione quali numeri abbia il fenomeno in città in termini di denunce. Ma anche quali risorse siano in campo per contrastarlo“A che punto è la notte?” si domanda un personaggio del Macbeth shakespeariano, echeggiando un verso biblico del profeta Isaia. In questo caso la tenebra evocata è quella della violenza di genere, da parte del gruppo Cuneo Mia che chiede all’amministrazione comunale quale sia il quadro del fenomeno in città.
“Chiediamo un quadro degli strumenti, iniziative, possibilità che la nostra città mette a disposizione delle donne in difficoltà” spiega il proponente Claudio Bongiovanni. Anzitutto per quanto riguarda l’aspetto più “misurabile” della questione, ovvero il numero di denunce per stalking, molestie, violenze registrate. Altri numeri sono quelli che riguardano il centro antiviolenza e la casa protetta, in termini di personale e casi seguiti nell’arco dell’ultimo anno ma anche di risorse finanziarie dedicate.
Il consigliere della minoranza domanda inoltre quali siano i rapporti dell’amministrazione con l’associazionismo femminile e sa esisti in città una consulta delle associazioni, se ci siano iniziative complementari per uomini maltrattanti e a chi siano affidate, se nelle scuole siano state intraprese attività “mirate a fornire strumenti per riconoscere tempestivamente le relazioni pericolose”.
“Siamo coscienti - afferma Bongiovanni - che sia necessario un cambio culturale per riparare ciò che sta accadendo, ma per questo ci vuole tempo, è necessario un passaggio generale dalle relazioni violente all’accettazione dell’altro da me, è necessario il rispetto ed il senso di fratellanza con il diverso per colore, per possibilità economiche, per abitudini, per sesso, per capacità”.
Un cambiamento per cui si confida soprattutto nelle nuove generazioni “anche grazie ad un sempre più congiunto e organizzato impegno delle varie agenzie educative”. Nel frattempo, “riteniamo necessario ed urgente fornire, nel caso delle violenza sulle donne, una maggiore e più capillare informazione sugli strumenti di difesa già esistenti. Inoltre occorre diffondere su larga scala tra le donne la conoscenza e la capacità di percepire tempestivamente gli elementi comportamentali anomali nelle relazioni con gli uomini che possono costituire un segnale d’allarme circa la qualità delle relazioni stesse e sui pericoli che comporta la loro prosecuzione”.
Andrea Cascioli
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