Bene Vagienna, i no bitumificio tornano a farsi sentire: “Sull’impianto finora solo parole”
Il comitato stigmatizza la presa di posizione del sindaco: “Attendiamo progetti e relazioni tecniche che diano la possibilità di un confronto su basi certe”Riceviamo e pubblichiamo:
Sono trascorsi ormai otto mesi da quando abbiamo sentito parlare per la prima volta della costruzione del bitumificio Itinera spa, si sono dette molte parole ma a tutt’oggi non risulta esserci niente di concreto, nessun progetto, l’unico presentato agli incontri con gli abitanti del Buretto pare svanito.
Il primo cittadino tranquillizza tutti gli abitanti così come fa Itinera spa, ma sulla base di che cosa? Quanto sarà grande l’impianto, quante migliaia di mq saranno impermeabilizzati per ospitare oltre che l’impianto stesso la platea del fresato accasato a cumuli ciascuno di 3000 mc senza sapere quanti ce ne saranno? Solo parole che però hanno consentito uno sbancamento impressionante per predisporne la costruzione, ma se l’Amministrazione non conosce nemmeno lei l’entità del progetto, sulla base di quali dati ha concesso le opere sino qui eseguite con una semplice comunicazione di inizio lavori certificata?
Solo parole che però consentono addirittura di fare calcoli sulla quantità di mezzi che transiteranno creando una discrepanza numerica tra le dichiarazioni del Sindaco e quelle di Itinera spa che oltremodo mal si coniugano con quelli ufficiali di Autostrade spa.
Solo parole che citano il recente decreto CAM strade (Criteri Ambientali Minimi) del 05/08/2024 entrato in vigore il 21/12/2024 che altro non è che una serie di disposizioni per la costruzione e la manutenzione delle strade comprese le infrastrutture e per il sempre maggior ricupero e riciclo del fresato bituminoso ma che nulla ha a che vedere con l’impianto e soprattutto con la variante n. 17 che acconsente ora, a differenza di prima, che tale impianto possa essere costruito.
Solo parole che ipotizzano un vantaggio per la città in termini di asfaltatura strade come se fosse addirittura un baratto, se mai ci fosse un incarico a Itinera spa questa sarebbe certamente pagata, ma la considerazione di fondo rimarrebbe sempre quella che è un diritto dei cittadini avere strade integre ed asfaltate ed è preciso dovere dell’Amministrazione provvedere in tal senso.
Attendiamo quindi che tutte queste parole si concretizzino al più presto in progetti e relazioni tecniche che diano la possibilità di confronto su basi certe, magari proprio nell’incontro con i rappresentanti Itinera assicurato dal primo cittadino per dare il via a un processo di conoscenza graduale che ci vede attivamente coinvolti ormai da mesi. Certo solitamente il mondo industriale dialoga con livelli socio-politici diversi dalla più ampia e diversificata cittadinanza, ma siamo certi non si possa sottostimare l’interesse del territorio ove qualsiasi azienda desideri insediarsi.
Questo è il punto, gli obiettivi intrinseci di ciascuna azienda possono essere i più ragionati e meditati nonché elevati rispetto a temi di rilevanza generale ambientale, umana e civica. Ciò non toglie però che la riflessione sulla realizzazione di un progetto industriale mai dovrebbe limitarsi all’espressione, parziale, di intenti, competenze e sviluppo tecnologico aziendale.
La valutazione complessiva di un qualsiasi nuovo progetto di insediamento industriale, prima che dalla conferenza dei servizi, dovrebbe essere espressa da chi conosce il territorio, l’ambiente, la distribuzione residenziale dei cittadini, le risorse, i limiti; in altre parole da chi conosce il senso del luogo in cui il progetto intende svilupparsi. Insediarsi a 300 metri dal casello autostradale non è il parametro numerico rientrante nelle normative, se a quegli stessi 300 metri dal casello nella stessa area risiede un’intera borgata di cittadini che rendono quantomeno inadatto il senso di un sito industriale insalubre di I classe!
Negli anni ’70 l’area alta del Buretto con abitazioni risalenti ai secoli scorsi era poco abitata, la scelta urbanistica fu di convertirne una zona ad area industriale; a partire dagli anni immediatamente successivi la stessa area ha ripreso a popolarsi nuovamente, processo tuttora in corso a cui nessuno ha mai posto limiti ostativi. Quale direzione dare quindi allo sviluppo urbanistico: favorire la ripresa di siti industriali dismessi da minimo 25 anni o dare spazio al processo di incremento residenziale in corso? Il territorio in cui intende insediarsi è natura, storia, arte, cultura, umanità con un’immagine turistica rilevante in Provincia e in Regione, si ha davvero esigenza di un insediamento produttivo di tale portata?
Comitato per il Bene Comune
Redazione
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