"Foibe e Shoah, due facce della stessa medaglia"
L'intervento del Comitato 10 Febbraio dopo le recenti polemiche: "Non si intende equiparare i due eventi, bensì riconoscere l’importanza che deve essere equiparata come tragedie del nostro tempo"Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio Direttore,
desidero intervenire, seppur con riluttanza ma il mio ruolo lo impone, su una questione che, anziché unire, continua a generare divisioni. Le foibe e l'esodo
rappresentano un dramma della storia di questo Paese, patrimonio di tutti gli italiani. Sarebbe auspicabile che si facesse tesoro della storia per evitare di ripetere gli stessi errori, tuttavia, taluni sembrano preferire alimentare polemiche divisive e sterili. È degna di plauso l'iniziativa del centrodestra piemontese di approvare in consiglio regionale un ordine del giorno che equipara il dramma delle foibe a quello della Shoah, poiché si tratta di due facce della stessa medaglia, quella che reca incisa la storia della Seconda Guerra Mondiale e dei tragici anni successivi, in cui la guerra civile in Italia e la rivalsa di Tito nella nascente Jugoslavia condussero a un epilogo tragico a tutti noto. Occorre chiarire: non si intende equiparare i due eventi, bensì riconoscere l’importanza che deve, questa si, essere
equiparata come tragedie del nostro tempo. L'intento è quello di attribuire pari rilevanza storica a entrambi gli avvenimenti, affinché siano commemorati e celebrati per il loro impatto sul popolo italiano. Si diffidi sempre da chi pretende di arrogarsi il diritto di stabilire chi possa o meno narrare la storia, mentre si auspica una memoria finalmente condivisa. Molti si riempiono la bocca di tale affermazione, ma alla prima occasione per metterla in pratica, si rivela la vera inclinazione politica di tali individui. Se da un lato è vero che le foibe sono patrimonio di tutti e devono essere riconosciute trasversalmente, dall'altro si riscontra
opposizione nel riconoscerne il dramma sempre e solo da una specifica parte dello spettro politico italiano. Ritengo che sia necessario gettare le basi per un futuro diverso per i nostri figli, instaurando un dialogo onesto e scevro da pregiudizi su tali tematiche, che non dovrebbero generare divisioni né nell'opinione pubblica, né tantomeno in un'assemblea regionale, dove tali argomenti rivestono un ruolo fondamentale. Invito i consiglieri regionali che si sono opposti a tale equiparazione a immedesimarsi nel dolore dei parenti di tutte le vittime e a considerare meno l'opposizione a tutti i costi. Si auspica che le foibe e la Shoah
non siano più motivo di scontro politico. È loro, in primis, che spetta dare il buon esempio. Il Comitato 10 Febbraio del Piemonte ringrazia coloro che si espongono in prima persona per tutelare gli interessi di chi, per ottant'anni, ha subito un assordante silenzio da parte delle istituzioni e che solo ora sta vivendo un periodo di riscoperta e condivisione, come testimoniano le numerose piazze, vie e panchine dedicate ai Martiri delle foibe o a Norma Cossetto. Nessuno intende porre in competizione drammi così terribili. La Shoah, così come le foibe, è parte integrante della storia d'Italia, e nessuno può metterla in discussione. Allo stesso modo, nessuno può arrogarsi il diritto di decidere chi possa o meno discuterne, cosa sia giusto o sbagliato, cosa valga di più o di meno. Invito ad una maggiore lungimiranza e a un minore astio politico.
Sagjonevo Kulari
Ivanoe Lai
Comitato 10 Febbraio - Provincia di Cuneo
c.s.

Shoah - Foibe