Imprese in calo, il Cuneese non fa eccezione
In aumento le società di capitale, in calo le imprese individuali e le società di persone. Arretrano agricoltura, commercio e manifatturaIn base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, nel corso del I trimestre 2025 sono nate in Piemonte 7.603 aziende, 336 unità in meno rispetto a quanto rilevato nel I trimestre 2024. Nello stesso periodo, le imprese che hanno cessato la propria attività hanno mostrato una dinamica decrescente, sono state 8.986 (al netto delle cancellazioni d’ufficio), ben 887 in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La sintesi tra i due flussi ha condotto comunque a un saldo negativo per 1.383 unità, la flessione era stata di 1.934 nel I trimestre 2024.
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2025 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 417.810 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali. Queste le principali evidenze sull’andamento della demografia delle imprese nel I trimestre 2025 che emergono dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere Piemonte sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,33%, meno negativo rispetto a quanto rilevato per il tessuto imprenditoriale piemontese nel corso del I trimestre 2024 (-0,46%), ma peggiore rispetto al risultato messo a segno nel I trimestre 2025 a livello complessivo nazionale (-0,05%). Va tuttavia sottolineato come il I trimestre dell’anno mostri tradizionalmente una dinamica negativa a causa del concentrarsi, in tale periodo, della registrazione delle cessazioni avvenute alla fine dell’anno precedente.
La disaggregazione dei dati sulle sedi d’impresa per forma giuridica, disegna un panorama economico regionale caratterizzato da dinamiche interne contrastanti. Da un lato, si distingue un segmento più strutturato e capitalizzato che mostra resilienza e capacità di crescita; dall'altro, una base più ampia di piccole e piccolissime imprese che continua a ridursi.
Le Società di capitale appaiono, infatti, in continuità con la dinamica evidenziata negli ultimi anni, l'unica categoria a mostrare una crescita, registrando un incremento dello +0,57%. Contrariamente, le altre forme giuridiche evidenziano una dinamica di contrazione. Le Imprese individuali, pur essendo la tipologia più numerosa, registrano la diminuzione percentuale più elevata, pari al -0,62%. Anche le Società di persone subiscono una flessione significativa, attestandosi al -0,52%. Le Altre forme segnano una contrazione leggermente inferiore, pari al -0,48%. Questa dinamica non solo impatta sul numero totale di imprese, ma suggerisce una graduale riconfigurazione della struttura del tessuto produttivo regionale, con un potenziale spostamento relativo verso forme d'impresa più strutturate.
Nel I trimestre del 2025 quasi tutti i comparti hanno mostrato tassi di crescita negativi. Fanno eccezione solo gli altri servizi che segnano un +0,21%. Le costruzioni subiscono una flessione dello 0,36%, seguite dal turismo con un -0,49%. L’industria in senso stretto registra una contrazione della propria base di imprese dello 0,78% e il commercio cala dello 0,82%. Il dato peggiore appartiene all’agricoltura il cui tasso di crescita si attesta al -1,30%.
Analizzando la distribuzione dello stock di sedi d'impresa tra le province piemontesi, si conferma chiaramente la centralità dell'area metropolitana di Torino, che concentra ben il 52,70% di tutte le sedi d'impresa regionali. Questo dato è il riflesso della dimensione demografica, della diversificazione settoriale e della presenza di un tessuto produttivo e di servizi più denso nel capoluogo rispetto al resto della regione. Seguono, nell'ordine, Cuneo con il 15,45% e Alessandria con il 9,39%, che rappresentano le altre province piemontesi con una significativa base imprenditoriale. I restanti territori (Novara, Asti, Biella, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola) detengono quote più contenute.
Concentrando l’attenzione sulla dinamica espressa dai tassi di crescita provinciali si rileva come lo scenario regionale sia caratterizzato da una contrazione diffusa del tessuto imprenditoriale.
Nessuna provincia piemontese, infatti, è riuscita, nel periodo in esame, a mantenere invariato o a incrementare il numero delle proprie sedi d'impresa; al contrario, si è registrata ovunque una diminuzione, seppur con intensità variabili. La maggior parte delle province più grandi Torino (-0,22%), Novara (-0,17%) e Cuneo (-0,35%) hanno mostrato una maggiore tenuta, mentre aree come Asti (-0,81%), Biella (-0,65%) e Vercelli (-0,62%) hanno visto una riduzione proporzionalmente più incisiva della propria base imprenditoriale. Il Verbano Cusio Ossola e Alessandria hanno, infine, registrato tassi rispettivamente pari a -0,44% e -0,47%.
c.s.

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