La protesta delle ACLI: ''Siamo a un punto di non ritorno''
Con il nuovo Dpcm i circoli restano chiusi. Il presidente provinciale Elio Lingua: ''Discriminazione inaccettabile''Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dall'ACLI della provincia di Cuneo.
Il DPCM del 14 gennaio mette nuovamente “in castigo” il mondo dell’associazionismo e del no profit, costringendo i Circoli, tra cui quelli associati alle Acli, a
restare chiusi. I centri sociali, culturali e ricreativi che con tanti sacrifici sono riusciti a resistere alla chiusura (lockdown) di marzo, ora ricevono un nuovo colpo, che potrebbe decretarne la chiusura definitiva. A nulla è valso l’impegno ad adeguarsi alla normativa; non sono bastati gli appelli delle Acli provinciali con altre associazioni, ai politici locali e nazionali perché si guardasse con attenzione a queste realtà che non solo rappresentano una fonte di sopravvivenza economica per molti gestori, ma che costituiscono anche l’unica possibilità, per tante persone, soprattutto anziane, di soffrire meno la solitudine e di ricevere quei servizi di
prossimità che sono indispensabili, soprattutto per chi non può muoversi facilmente.
Il presidente provinciale delle Acli di Cuneo, Elio Lingua, a nome della presidenza e di tutto il direttivo dell’associazione esprime l’amarezza, la delusione e la preoccupazione di tantissimi soci che in questo momento si sentono soli: “Siamo giunti ad un punto di non ritorno - afferma Lingua - siamo sfiduciati e abbandonati dalla politica: perché i nostri Circoli, contrariamente a quanto accade per gli esercizi commerciali, pur con gli stessi limiti e con le stesse modalità, non possono svolgere l’attività sociale di somministrazione riservata ai soci? Perché questa discriminazione inaccettabile?”. Nelle condizioni attuali, la campagna del tesseramento è penalizzata, inoltre i circoli che sopravvivono grazie all’autofinanziamento, senza entrate non possono pensare di andare avanti e ben poco riescono a fare i ristori, che per altro, non sono nemmeno arrivati a tutti, ben 79 circoli sono esclusi. Le conseguenze sociali di scelte come quelle rinnovate nel DCPM di ieri sono incalcolabili: dall’aumento della povertà e della disuguaglianza nei confronti delle persone più fragili, alla mancata salvaguardia dei diritti dei deboli, ai pericolo per la tenuta della coesione sociale delle comunità.
Le ACLI provinciali di Cuneo chiedono ancora una volta interventi che salvino i territori dall’emarginazione totale e aiutino a combattere l’impoverimento sociale e materiale della gente: chiedono che i Circoli possano aprire con le stesse modalità degli altri esercizi commerciali e, sostenendo l’iniziativa dell’assessore regionale Icardi, che ha richiesto il coinvolgimento dei medici di base e dei farmacisti per la campagna di vaccinazione anti Covid-19, chiedono inoltre che i volontari appartenenti alle varie realtà associative operanti in Piemonte siano inseriti nell’elenco delle categorie vaccinabili.
c.s.
CUNEO cuneo - Acli