La Regione revoca la concessione ad una comunità per minori a Rocchetta Belbo
Del caso, nato dopo la denuncia di un genitore, ha parlato anche la trasmissione 'Fuori dal Coro'. L'assessore regionale al Welfare: 'Occuparsi dei minori deve essere una vocazione, non un business'L’assessore regionale al Welfare Chiara Caucino torna a parlare della sua visione sulle strutture per i minori dopo che la trasmissione di Rete 4 “Fuori dal Coro” ha trattato l’argomento con una serie di servizi, uno dei quali ha riguardato la situazione di una comunità terapeutica di Rocchetta Belbo, alla quale la Regione ha revocato la concessione. Innanzitutto, sottolinea l’Assessore, “i minori che si trovano ad affrontare una fase più o meno lunga della loro vita all’interno di comunità debbono poter godere di standard elevatissimi. La loro permanenza deve essere caratterizzata da una condizione di benessere assoluto, in ambienti di qualità dove svolgere attività socializzanti ed educative adeguate e integrarsi nel tessuto sociale locale. E’ pertanto necessario che le Istituzioni pretendano gli standard massimi per i bambini e i ragazzi che già provengono da situazioni di forte disagio”.
Proprio in questa direzione, ha spiegato l’assessore, vanno le modifiche dei requisiti strutturali a cui gli uffici regionali stanno lavorando proprio su stimolo della Caucino, in quanto non debbono più esistere luoghi isolati dal mondo: “Basta a sbarre a porte e finestre, basta immobili decrepiti, indecorosi e inadeguati. Occuparsi dei minori deve essere una vocazione, non un business. Al centro c’è il loro benessere, non il profitto. Se qualcuno ha inteso in modo diverso, non ha davvero capito. Non esistono minori il cui futuro non conti, non esistono ragazzi per cui non valga la pena di battersi”.
Rispetto al caso concreto sollevato dalla trasmissione condotta da Mario Giordano, l’assessore, specificando che la decisione di revoca della concessione alla comunità Dafne di Rocchetta Belbo, che ospita minori soggetti a disturbi comportamentali, è stata assunta dal direttore generale dell’Asl CN2, sulla base del verbale della Commissione di vigilanza, convocata su impulso dell’Assessore stesso, che dopo le ispezioni del caso e i controlli sulle condizioni generali degli ospiti all’interno della struttura ha riscontrato elementi di criticità tali per cui il provvedimento è stato ritenuto necessario e opportuno. Come Amministratore pubblico e come politico chiamato a legiferare e decidere quotidianamente, l’Assessore ha concluso spiegando che “è doveroso prendere coscienza della realtà attraverso l’osservazione diretta ed avere, proprio in tale modo, contezza di come si possa migliorare il quadro attuale”.
La procedura che ha portato alla revoca della concessione alla comunità Dafne di Rocchetta Belbo, gestita dalla società “Sereni Orizzonti”, come riportato da Repubblica, è partita dopo la denuncia di un padre, presentata ai Carabinieri di Chivasso in seguito ad una visita a fine agosto.
L'uomo, residente a Gorizia, aveva spiegato che suo figlio era stato trasferito nella comunità cuneese prima del lockdown e aveva notato di come fosse profondamente cambiato durante la sua permanenza nella struttura. "Mio figlio viene sedato", aveva denunciato il padre, che era stato a sua volta querelato dalla struttura per diffamazione. La comunità, infatti, aveva spiegato come ogni terapia somministrata agli ospiti fosse concordata e disposta dal personale medico.
Redazione
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