È allarme cormorani: nei fiumi della Granda pesci a rischio di estinzione
Il presidente Fipsas Pellegrino: "Chiediamo un intervento da parte della Provincia che fino ad ora non ha dato risposte concrete per arginare un predatore che stermina trote e lucci"Giacomo Pellegrino - presidente regionale e provinciale della Fipsas, Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee - ha chiesto, tramite una lettera, al Comitato Consultivo per la pesca della provincia di Cuneo di poter conoscere la situazione in merito alla presenza sul territorio del Cuneese, dei cormorani, uccelli di grandi dimensioni diventati ormai stanziali lungo fiumi e laghi della Granda, che depredano i pesci.
“Da tempo chiediamo informazioni e risposte alle nostre domande, per sanare criticità che ormai stanno diventando problemi di difficile gestione - sottolinea il presidente Pellegrino -, anche alla luce del fatto che la presenza del cormorano è in continua crescita e la sua costante ed ingente caccia dei nostri pesci, mette a rischio la sopravvivenza della fauna ittica e incide in maniera negativa sull’equilibrio dell’intero ecosistema”.
Fin dalla riunione di metà febbraio del Comitato Consultivo Provinciale per la Pesca, relativamente all’argomento cormorani “anche su richiesta della nostra Associazione - precisa il presidente Fipsas - abbiamo chiesto con forza, per l’ennesima volta, che ci venga comunicato il numero preciso degli abbattimenti effettuati per ogni anno, nel periodo di validità del piano, ossia dal 2020 al 2025. Non ci pare una domanda così difficile alla quale dare una risposta. Vorrei anche ricordare - sottolinea Pellegrino - che per la predisposizione di questo piano la nostra Federazione ha contribuito economicamente in misura determinante”. “Inoltre, considerato che il piano della Provincia di Cuneo - si legge nella lettera indirizzata al Comitato - è scaduto, si chiede di conoscere, anche alla luce di quanto richiesto nel corso dell’ultima riunione della Consulta, quali nuove zone e specie ittiche meritevoli di protezione (trota marmorata, temolo, luccio, e ciprinidi quali lasca, savetta, barbo canino, barbo italico, ecc.) siano state inserite nel nuovo piano”.
“Vorrei anche precisare che - prosegue il presidente regionale e provinciale Fipsas Giacomo Pellegrino - contrariamente a quanto riferitoci nella riunione del mese di febbraio, non corrisponde al vero che la sola Provincia di Cuneo si sia dotata di un piano di contenimento del cormorano, perché ci risulta, ad esempio, che la Provincia di Vercelli ha in atto un piano di controllo del cormorano come da decreto del Presidente della Provincia di Vercelli”. Sul territorio Vercellese il numero di cormorani abbattuti nel periodo 15 settembre 2024 – 15 marzo 2025 è di 82 esemplari.
“Quanti ne ha abbattuti, la Provincia di Cuneo?”, si chiede la Fipsas provinciale. Nella missiva, viene anche precisato che “la Provincia di Vercelli, per quanto riguarda i soggetti autorizzati agli abbattimenti, si avvale, oltre che della polizia provinciale, anche di guardie venatorie volontarie, cacciatori iscritti negli ambiti territoriali di caccia o nei comprensori alpini delle aree interessate, previa frequenza di corsi di formazione autorizzati, proprietari o conduttori di fondi agricoli situati in aree in cui si attua il “Piano”, in avvallamento della Vigilanza provinciale. Naturalmente devono essere in possesso di porto d’armi e licenza di caccia in corso di validità con relativa copertura assicurativa, del certificato che attesta la frequenza del “Corso di formazione” abilitante al controllo del cormorano, con verifica preventiva del possesso dei requisiti soggettivi attestante la proprietà e/o la conduzione dei fondi”.
“Queste figure - prosegue il presiedente Fipsas Pellegrino - sarebbero di fondamentale supporto alle Guardie di polizia provinciale, per raggiungere il numero di abbattimenti autorizzati. Quello che chiede la Fipsas Cuneo all’Amministrazione Provinciale è di organizzare al più presto un corso di formazione per i nuovi soggetti che dovranno essere operativi il prima possibile. Precisiamo che l’obbiettivo non deve essere la regolamentazione fine a se stessa della popolazione di cormorano, bensì quello di conciliare la conservazione dell’avifauna con la protezione della fauna ittica fortemente compromessa a seguito della pesante predazione che sta portando all’estinzione in interi bacini di importanti popolazioni ittiche autoctone protette. Speriamo - conclude il presidente regionale e provinciale Pellegrino - di avere finalmente una risposta a queste domande che segnalano criticità e problematiche che stanno danneggiando fortemente il patrimonio della fauna ittica della Granda”.
c.s.

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