Ex Acna di Cengio, nascerà l’osservatorio con Regione e enti locali
A Bossolasco una giunta aperta dell’Unione Montana Alta Langa: “Tutto il territorio ha risposto presente, per far sentire la sua voce”Prendere coscienza della situazione, condividere le criticità e trovare finalmente soluzioni attraverso un’azione coordinata fra tutti gli enti e le pubbliche amministrazioni interessate: queste le finalità della giunta aperta sull’Acna e sul danno ambientale subito dalla valle Bormida, che è stata convocata a Bossolasco dal presidente dell’Unione Montana Alta Langa Davide Falletto in accordo col presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. All’iniziativa era anche presente Pier Giorgio Giacchino, presidente dell’ALA (Associazione lavoratori Acna), memoria vivente delle conseguenze ambientali e umane provocate dall’azienda e uno dei protagonisti della battaglia per farla chiudere definitivamente.
Una situazione molto complessa che riguarda un’azienda formalmente sul territorio ligure, ma le cui attività hanno avuto ripercussioni negative in Piemonte. Questo primo incontro collettivo ha posto le basi per la creazione di un Osservatorio, strumento indispensabile per tornare a parlare dell’Acna e per la creazione di tavoli di lavoro e di confronto in cui portare le istanze del territorio.
“Il nostro Piemonte porta ancora due cicatrici per profonde ferite del passato: la prima è quella delle scorie di Trino vercellese, per le quali attendiamo ancora una soluzione definitiva, e l’altra è quella dell’ex Acna di Cengio, sia sotto l’aspetto della verifica della permanenza di condizioni di rischio effettivo per questo territorio, sia per quanto riguarda il danno ambientale subìto da questa comunità. Sono infatti convinto che questa terra abbia un credito grande per ciò che ha subìto in passato e che il tema non possa considerarsi chiuso. Per questa ragione, insieme alla Provincia e agli enti territoriali, formalizzeremo l’avvio di uno specifico Osservatorio che avrà il compito di promuovere le necessarie verifiche sull’eventuale perdurare del rischio e dovrà affiancare la comunità nelle azioni finalizzate alla tutela del territorio”, dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Il presidente della Provincia, Luca Robaldo, spiega: “Insieme al consigliere provinciale Massimo Antoniotti ho espresso la disponibilità della Provincia a essere al fianco dell’Unione Montana e dei Comuni. Proporrò al primo Consiglio utile l’approvazione di un apposito ordine del giorno e manterrò personalmente la delega, già istituita nella legislatura che sta terminando, così da seguire ogni passaggio”.
“La Giunta ha rappresentato una presa di coscienza del territorio, una volontà della politica di far sentire la propria voce in tutte le sedi necessarie e a tutti i livelli per portare all’attenzione una vicenda le cui ripercussioni si sentono ancora oggi e della cui portata rischiamo di non renderci conto. È una storia che non riguarda solo l’Alta Langa e la Valle Bormida, ma tutto il territorio che, infatti, ha risposto presente al mio invito attraverso la Regione, la Provincia e i sindaci di numerosi comuni”, ha affermato Davide Falletto, presidente dell’Unione Montana Alta Langa.
Fondata verso la fine dell’Ottocento a Cengio, in provincia di Savona, l’Acna (Azienda Coloranti Nazionali e Affini) è stata per molti decenni una delle principali realtà industriali italiane. Inizialmente dedita alla produzione di esplosivi, impiegati soprattutto durante i conflitti bellici, in seguito l’azienda si specializzò nella fabbricazione di coloranti per il settore tessile.
L’Acna ha operato per oltre cento anni, chiudendo definitivamente nel 1999, lasciando dietro di sé una lunga scia di inquinamento. Le sue attività industriali causarono gravi contaminazioni delle acque, sia superficiali che sotterranee, tra cui quelle del fiume Bormida, nonché danni al suolo e all’atmosfera, con effetti devastanti sull’ambiente e la salute degli operai e delle comunità locali.
c.s.
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