La cattura di Sacha Chang, sfinito dopo due giorni in fuga: "Non sarebbe sopravvissuto a lungo"
Il comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Carubia ha rivelato in una conferenza stampa i dettagli dell'arresto del ventunenne olandese accusato del duplice omicidio di Montaldo MondovìLo hanno trovato completamente nudo, sfinito dopo due notti all’addiaccio e addormentato su una panchina di fianco alla cappella di San Bernardo, nei boschi di Torre Mondovì. A raggiungerlo e ammanettarlo sono stati tre Carabinieri della stazione di Limone Piemonte: lui non ha detto una parola, non ha opposto resistenza. È finita così la fuga di Sacha Chang, il ventunenne olandese che mercoledì 16 agosto ha ucciso a coltellate il padre Chain Fa e Lambertus Ter Horst, amico di famiglia che li ospitava nella sua casa di Montaldo Mondovì. Dopo il duplice delitto è fuggito nei boschi della val Corsaglia: stamattina, oltre quaranta ore dopo l’assassinio, l’arresto. Il comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Carubia, che ha coordinato le ricerche, ha ripercorso gli ultimi due giorni in una conferenza stampa organizzata nel pomeriggio presso il comando di Cuneo.
“Avevamo la priorità di restituire la serenità alle comunità interessate. Ieri dopo un avvistamento il soggetto era venuto a contatto con un nostro Carabiniere, ma era riuscito a mettersi in fuga: questo ci ha sconfortato, ma ci ha anche dato la conferma che il ragazzo era ancora nella zona. Un’altra priorità era salvargli la vita: ritengo che nelle condizioni in cui lo abbiamo trovato, in una zona con cinghiali e lupi, il ragazzo non avrebbe potuto sopravvivere a lungo”, ha detto Carubia, intervistato a margine della conferenza stampa.
Complessivamente da mercoledì pomeriggio sono stati impiegati oltre duecento Carabinieri, con le unità cinofile del nucleo di Volpiano e gli elicotteri da Pisa, Albenga e Pratica di Mare. Riguardo ai problemi psichici del ventunenne, di cui si è parlato negli ultimi giorni, il comandante ha detto che per il momento non sono stati trovati documenti relativi al suo stato di salute, e che verranno effettuati ulteriori accertamenti. Il ragazzo olandese ora si trova all'ospedale di Mondovì: è scosso dopo i due giorni di fuga, ma è in buone condizioni di salute. Come detto, Chang non ha ancora parlato con gli inquirenti, nemmeno con un maresciallo dei Carabinieri che conosce la lingua olandese, e ha rifiutato l’acqua che gli è stata offerta.
Durante la conferenza Carubia ha ringraziato la cittadinanza che ha collaborato e in particolare alcuni conoscitori dell'area dove si è nascosto il giovane: tra di loro i cacciatori, che hanno partecipato attivamente alle ricerche da stamattina. Si è trattato di ricerche complesse, in un’area vasta e caratterizzata da una vegetazione fittissima, che si sono concluse stamattina. Ora si cercherà di fare luce sulle motivazioni che hanno portato ai tragici fatti di mercoledì.
Redazione
MONTALDO DI MONDOVÌ Cronaca