"Migliorando la situazione di chi vive in carcere si contribuisce a migliorare quella di tutti"
Giovedì a Palazzo Lascaris a Torino si è svolto il convegno "Emergenza carcere", a cinquant’anni dal nuovo ordinamento penitenziario“Diffondere speranza” è il nuovo motto della Polizia penitenziaria che, “se messo in pratica da tutti i soggetti che si occupano dei detenuti e delle loro condizioni di vita, potrebbe contribuire a risolvere l’emergenza carcere”. Lo ha sottolineato il portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali e Garante regionale della Campania Samuele Ciambriello a conclusione del convegno Emergenza carcere a cinquant’anni dal nuovo ordinamento penitenziario, che si è svolto a Palazzo Lascaris a Torino ieri, giovedì 16 gennaio.
L’incontro è stato organizzato dal Garante regionale del Piemonte Bruno Mellano in collaborazione con la Conferenza dei Garanti territoriali, che ha sottolineato come “il quadro della popolazione carceraria sia molto cambiato negli ultimi anni e richieda risposte diverse. C’è bisogno di strutture studiate e mirate secondo le necessità e i bisogni dei vari target, oltre che risolvere i problemi cronici legati al sovraffollamento, affinché il carcere possa assolvere alla sua funzione rieducativa. In attesa che tutto ciò possa essere realizzato al meglio, i Garanti sono compatti nel richiedere che non cada nel vuoto l'appello di papa Francesco ad atti di clemenza”.
“Tra i temi più urgenti da affrontare – ha ricordato – la gestione degli spazi, l’offerta trattamentale di formazione e istruzione, il lavoro dentro e fuori le mura, l’accompagnamento all’uscita per evitare la recidiva, il mantenimento delle relazioni famigliari e il diritto all’affettività”.
Il componente dell’Ufficio di presidenza Mario Salvatore Castello, portando il saluto dell’Assemblea, ha evidenziato che “il mondo del carcere riguarda l’intera società e migliorando la situazione di chi vive dietro le sbarre si contribuisce a migliorare quella di tutti”.
Il Garante regionale del Lazio Stefano Anastasia ha fatto presente i problemi legati al sovraffollamento sia delle strutture dedicate agi adulti sia di quelle dedicate ai minori e ha citato il recente monito del Presidente Mattarella, che nel discorso di fine anno ha denunciato l’alto numero di suicidi e le condizioni di sovraffollamento.
Il docente di Diritto costituzionale dell’Università di Torino Giorgio Sobrino ha ribadito che “la Costituzione non rappresenta un ‘libro dei sogni’ ma ha valore prescrittivo: dare un volto costituzionale alla pena, che deve essere umana e avere una funzione rieducativa, è una questione che chiama in causa la responsabilità individuale del condannato e quella collettiva della società”.
Il componente dell’Ordine degli avvocati Stefano Tizzani ha sottolineato che “il carcere deve garantire la sicurezza personale, l’agibilità e la salubrità delle strutture e degli ambienti e garantire la possibilità di salvaguardare la salute” e che “l’ordinamento penitenziario prevede numerose misure alternative che potrebbero contribuire a eliminare il sovraffollamento”.
Il presidente della Camera penale “Chiusano” del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta Roberto Capra ha evidenziato “l’impegno dei Garanti, che nel tempo si sono ricavati uno spazio importante che ha consentito e consente loro di essere osservatori di prossimità, portando l’attenzione su tante situazioni critiche e strutture che ancora non funzionano”.
Erano presenti ai lavori, tra gli altri, i consiglieri Giulia Marro, Laura Pompeo e Domenico Rossi.
c.s.
CUNEO carcere