"Le persone che hanno subito un lutto in questo momento avranno difficoltà ad andare avanti"
Un lettore ci riporta una storia di grande dolore: ''I morti di coronavirus mi hanno fatto venire in mente i forni crematori dei lager''Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
le scrivo per riportare una storia vera, e di grande dolore, successa in questi giorni in un centro della “Granda”.
“Mia madre si è ammalata qualche settimana fa, dopo che da alcuni anni era ospite di una Casa di riposo. La situazione è precipitata in pochi giorni. E’ poi morta venerdì 10 aprile, aveva quasi 90 anni. Un grande dolore e spiego le ragioni. Da quando si è ammalata, non mi hanno lasciato più andarla a trovare: né alla Casa di riposo, né in ospedale. Quando è morta, impossibile accedere alla camera mortuaria. Al commiato nella Sala crematoria, non hanno lasciato venire un mio fratello che abita a Torino. Io ero l’unica autorizzata, ma all’ingresso sono stata bloccata. E l’unica scena a cui ho potuto assistere da lontano, è stata quella dell’arrivo del carro funebre, con mia mamma sopra. Perché tutta questa serie di grandissimi e ripetuti dolori?”.
L’ultima scena che mi è stata raccontata, non so bene il perché, mi fa venire in mente i deportati nei lager che vedevano entrare tanti nei forni crematori. Vanno bene le disposizioni per evitare il contagio del Covid-19. Ma l’umanità, l’abbiamo dimenticata? E i morti che muoiono soli senza il sostegno dei loro cari? Perché non autorizzare almeno una persona a stare vicino al proprio caro che se ne sta andando da questa terra?
Qualcuno di chi decide si rende conto che con le modalità attuali si creano traumi enormi che resteranno nei cuori delle persone che dopo i lutti faranno una grande fatica ad andare avanti?
Alberto Burzio (Barba Bertu), Frassino
Lettera
CUNEO lettera - alberto burzio