Valle Varaita, è ancora scontro sui due mandati. Paolo Amorisco: “La verità viene a galla”
Il sindaco di Brossasco contesta la norma voluta dal presidente dell’Unione Montana Silvano Dovetta: “Assistiamo a un’operazione patetica e grottesca”“La convocazione di un nuovo Consiglio dell’Unione Montana Valle Varaita per confermare la modifica statutaria dello scorso settembre è una clamorosa ammissione di colpa”. Comincia così la dichiarazione congiunta del sindaco di Brossasco Paolo Amorisco e del rappresentante del Comune presso l’Unione Montana, il vice sindaco Patrick Ribodetti.
La modifica a cui si allude è la cancellazione del limite di due mandati per il presidente dell’Unione Montana, carica ricoperta finora dal sindaco di Venasca Silvano Dovetta. Contro la norma Amorisco e Ribodetti hanno proposto a inizio anno anche un ricorso straordinario al presidente della Repubblica: ai vertici dell’Unione Montana sono concessi sessanta giorni per presentare le loro controdeduzioni. Contro l’abolizione del limite di mandato si erano schierate anche le minoranze di Piasco, Verzuolo e Venasca.
“Dopo mesi in cui il presidente Dovetta e il suo cerchio ristretto hanno ostentato sicurezza, - affermano i due amministratori brossaschesi - rassicurando gli amministratori che nutrivano dei dubbi, oggi la verità viene a galla: la prima grande frottola l’hanno raccontata proprio ai rappresentanti dei comuni che sostengono la sua presidenza perpetua. Se erano così certi della legittimità di quella modifica, perché ora li costringono a rivotarla?”.
All’epoca dell’approvazione della modifica statutaria, aggiungono, “ci veniva detto con spavalderia che tutto fosse perfettamente in regola. Ora, invece, assistiamo a un’operazione patetica e grottesca, un tentativo goffo di mettere una pezza su qualcosa che, evidentemente, tanto regolare non era. Se le prime frottole sono state rifilate agli stessi amministratori che dovrebbero sostenerlo, non oso immaginare quali storie si racconteranno ai cittadini. Questa vicenda è una chiarissima prova di come qualcuno consideri le istituzioni un giocattolo personale. Ma le regole non sono un optional e la credibilità si costruisce con i fatti, non con gli artifici”.
Redazione
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