Cirio “rivede” gli Alpini: “Fascista io? Figuratevi, ho fatto il liceo al ‘Govone’”
In un “fuori onda” il presidente corregge la gaffe. Con gli industriali cuneesi si parla di spese militari: “Non serviranno per i proiettili, ma per le infrastrutture”Cirio e i vertici del Secondo Reggimento Alpini della “Taurinense” che si ritrovano nella stessa stanza, manco a farlo apposta. Succede giusto il giorno dopo la contestata frase sugli alpini che andarono in Russia “per la nostra libertà”.
Un inciampo linguistico, assicura il presidente parlando con i giornalisti, a margine della conferenza organizzata al grattacielo della Regione Piemonte per presentare le analisi economiche di Confindustria Cuneo. “Ho fatto il liceo al ‘Govone’, come faccio a essere fascista?” confida ai cronisti il politico langhetto: quello di Beppe Fenoglio, certo, ma anche dei suoi insegnanti di scuola e di antifascismo, Leonardo Cocito e Pietro Chiodi, entrambi partigiani. A tradirlo l’enfasi oratoria, durante la presentazione della prossima adunata nazionale degli alpini a Biella: come Peppone durante il comizio elettorale, o l’ex sindaco di Cuneo Federico Borgna che concluse con un “viva gli alpini!” un discorso davanti ai bersaglieri.
Chiusa in privato la gaffe istituzionale, in pubblico il presidente della Regione parla agli industriali cuneesi e agli ufficiali del “Doi” di spese militari: “Crediamo che una difesa europea sia fondamentale: gli investimenti non saranno in pistole e proiettili ma nell’aerospazio, nei satelliti, nei porti e negli aeroporti, con finalità civili ed economiche importanti in tempi di pace”. Acqua sul fuoco anche per quanto riguarda l’altro fronte “caldo” della politica nazionale, quello dei dazi: “I dazi hanno una caratteristica: sono facili da mettere ma anche facili da togliere. Vuol dire che il dialogo è fondamentale e dev’essere europeo, ma se qualcuno può mettere del suo, come la Meloni sta facendo, credo sia opportuno che venga fatto”.
Prudenza e fiducia, le parole d’ordine ribadite quando si parla di lavoro: “La crisi Diageo dimostra che anche nella Granda le criticità ci sono: quella di Diageo non è dovuta a problemi né di bilancio né di capacità produttiva del sito. Siamo fiduciosi, perché ci sono buone prospettive a cui stiamo dando il nostro supporto”. Quanto all’industria, Cirio non dimentica che “un terzo degli stipendi in Piemonte li paga l’azienda manifatturiera, non possiamo pensare di sostituirla”.
Per questo si cerca di tessere e ricucire, come farà l’assessore alle Attività Produttive Andrea Tronzano tra pochi giorni: “L’auto rimane al centro. Martedì partiremo per una missione in Michigan: andiamo a costruire ponti, con un viaggio previsto già prima dei dazi e che pensiamo possa essere utile alla nostra catena di fornitura. Non per delocalizzare, ma per acquisire nuovi clienti”. I dazi? “Credo che non ci debbano preoccupare, per la qualità del prodotto piemontese”. Vedremo.
Alla platea di Confindustria parla anche il colonnello Davide Marini, comandante degli alpini della “Vian” dallo scorso anno. L’ufficiale illustra un progetto che vedrà le penne nere impegnate in campo umanitario, nel sud del Libano. Qui, nella seconda metà dell’anno, il Secondo Reggimento sarà impegnato nell’ambito della difficile missione Unifil che vede l’Italia protagonista da decenni. L’obiettivo è finanziare un laboratorio di trasformazione agroalimentare, inserito in una residenza per anziani a Tiro e a sostegno dei piccoli produttori locali. Supportando una cooperativa locale, si punta ad assicurare l’autosufficienza alimentare e reddituale dei piccoli agricoltori e ad offrire prezzi più bassi ai consumatori locali, stremati dai rincari delle importazioni e dalla guerra che Israele ha mosso ad Hezbollah.
Andrea Cascioli

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