Alba, tre carabinieri indagati per la morte di un giovane in un bed and breakfast
Ali Gallib, 22enne di origine marocchina, è stato colpito da un malore durante l’intervento. “Non puntiamo il dito contro nessuno” dice l’avvocato di famigliaDi certo, per ora, c’è solo che un ragazzo è morto. Si chiamava Ali Gallib, aveva 22 anni e viveva a Neive con la famiglia: la moglie, la mamma, il papà e un fratello. Era nato ad Alba da una famiglia originaria del Marocco, dove la sua salma sarà rimpatriata tra qualche giorno.
Sulla sua morte, avvenuta lunedì scorso all’ospedale di Verduno, la Procura di Asti ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Sono indagati tre carabinieri, intervenuti nel bed and breakfast del centro di Alba dove Gallib è stato colto da malore nella notte di giovedì 13 marzo. Si pensa a un infarto, ma solo l’autopsia, eseguita ieri (giovedì 20), potrà fornire risposte definitive: “Non puntiamo il dito contro nessuno, la manifestazione di stasera vuole essere un’attestazione di vicinanza alla famiglia” dice l’avvocato Piermario Morra, il legale nominato dai familiari del ventiduenne. Per questa sera ad Alba l’Associazione Culturale Immigrati Alba ha organizzato una manifestazione in suo ricordo: il ritrovo è alle 20,30, in piazza Michele Ferrero.
A difendere i tre militari dell’Arma contro cui si procede c’è l’avvocato Valentina Gobbi del foro di Padova, che ha ricevuto l’incarico tramite l’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (Usic). L’iscrizione al registro per i tre indagati è un atto dovuto da parte della Procura: era necessario infatti che le difese avessero la possibilità di partecipare all’esame autoptico condotto dal dottor Valter Declame, primario di Medicina Legale dell’ospedale “Cardinal Massaia” di Asti. Come consulenti di difesa vi hanno preso parte il dottor Francesco Romanazzi, direttore della Medicina Legale dell’Asl Cn2, e la dottoressa Maria Gugliazza, anche lei in servizio presso l’Asl albese. Per conto della famiglia era presente il dottor Federico Quaranta.
“La prima preoccupazione era ottenere il nulla osta per il rimpatrio della salma in Marocco” spiega l’avvocato Morra: sul portale Gofundme è stata attivata anche una raccolta fondi per finanziare il trasporto. “Alì - si legge nell’appello - era un ragazzo che, come tanti altri, stava cercando il suo posto nel mondo, ma la vita purtroppo gli ha tolto questa possibilità troppo presto. La sua famiglia si trova ora ad affrontare non solo il dolore di una perdita inaspettata, ma anche le difficoltà economiche per poter portare il corpo di Alì in Marocco, per il funerale e le cerimonie finali”. In poche ore, sono già stati raccolti più di 6.500 euro.
Il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Lorena Ghibaudo è secretato: per l’esito dell’autopsia potrebbero servire novanta giorni. Sarebbe però stata esclusa la presenza di lesioni esterne sul corpo, una circostanza sottolineata dalla difesa come prova della correttezza dell’operato dei carabinieri.
Andrea Cascioli

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