Albese arrestato per frode fiscale sul vino
Maxi-operazione della Guardia di Finanza di VeneziaC'è anche un uomo dell'Albese (precisamente un 51enne di Diano d'Alba) tra le tre persone arrestate nella mattinata di oggi (giovedì 28 settembre) dal Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia che ha dato esecuzione ad un'ordinanza del Giudice delle Indagini Preliminari di Asti. Nell'operazione è stato inoltre disposto l'obbligo di dimora per altre due persone e sequestrata merce per un valore di oltre 23 milioni di euro.
Le persone fermate sono gravemente indiziate dei reati di associazione a delinquere transnazionale, finalizzata all’evasione fiscale, alla frode in commercio e al riciclaggio. Sono state eseguite, in tutto il territorio nazionale, perquisizioni e acquisizioni documentali nei confronti di ulteriori soggetti coinvolti nella frode, in cui sono complessivamente indagate 60 persone.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, nasce da una verifica fiscale, avviata dal Nucleo di polizia tributaria di Venezia nei confronti di un’azienda agricola trevigiana, che risulta aver imbottigliato e immesso in consumo, in ambito nazionale e comunitario, vini bianchi, rossi e rosati da tavola falsamente etichettati “IGT”. I successivi riscontri di polizia giudiziaria hanno inoltre consentito di appurare che più di 254mila bottiglie di tale prodotto erano state cedute a un’azienda del cuneese che, a propria volta, le aveva distribuite sui mercati italiano e nordeuropeo con altro vino dalle stesse caratteristiche reperito da altri fornitori.
Le perquisizioni eseguite nei confronti della rete di società risultate coinvolte hanno permesso di sequestrare, nel complesso, circa 150mila bottiglie di vino fraudolentemente etichettate DOC e/o IGT, nonché documentazione contabile ed extracontabile attestante il trasporto di ingenti quantitativi di vino
verso il Regno Unito, il Belgio e la Germania. Con approfondimenti contabili e indagini finanziarie, i finanzieri hanno ricostruito la filiera illecita e i sistemi di frode utilizzati per immettere in consumo vino, birra e superalcolici in evasione d’imposta con schemi fraudolenti che variavano a seconda della destinazione della merce.
Si stima che siano stati evasi accise per circa 12 milioni di euro ed IVA per oltre 7 milioni. Sarebbe inoltre stata omessa la dichiarazione di 25 milioni di ricavi. Una parte dei proventi ottenuti dall’attività illecita è stata utilizzata da una delle persone arrestate per l'acquisto di un immobile, intestato alla figlia, la quale è stata denunciata per riciclaggio, poiché pare fosse a conoscenza dell’origine illecita di quei fondi.
F.R.
ALBA Guardia di Finanza - vino