Il giornalismo cuneese piange la morte di Claudio Puppione
Il "contadino della parola" di Neive aveva 63 anni. Prima di approdare all’ufficio comunicazione di Confindustria aveva lavorato in varie testate tra Langhe e RoeroHa lottato dalla scorsa estate contro un male che non ha lasciato scampo e che lui stesso aveva raccontato “in diretta” sul suo profilo Facebook, con il suo stile essenziale e come sempre senza giri di parole. Claudio Puppione ci ha lasciato così l’ultima lezione di giornalismo, prima di lasciare questo mondo nel pomeriggio di oggi, mercoledì 28 dicembre.
Aveva 63 anni e viveva a Neive, dove era nato il 24 aprile 1959. Dopo aver perduto il padre a ventun’anni aveva abbandonato gli studi universitari in giurisprudenza e si era dedicato all’azienda agricola di famiglia, senza rinunciare però alla sua passione per raccontare i fatti. Giornalista pubblicista dal 1986 e professionista dal 1999, aveva collaborato a “Il Tanaro” fin dalla fondazione nel 1984 e poi per lunghi anni alla “Gazzetta d’Alba”, prima di fondare nel 2004 il periodico “Bra Oggi” che avrebbe diretto per vario tempo. Dal 2009 al 2020 il suo destino professionale si era legato alla redazione di “Rivista Idea”. L’ultimo cambio di ruolo con il passaggio nell’ufficio comunicazione di Confindustria, dove avrebbe seguito in particolare la redazione della rivista “Made In”. Un ruolo che si confaceva a un professionista sempre attento al mondo del lavoro e delle imprese, autore tra l’altro del volume “Michele Ferrero e l’Alta Langa”.
L’ultima parte della sua vita è stata dedicata all’impegno per far conoscere al pubblico cuneese le ragioni della guerra in Siria. Un impegno che l’aveva occupato con l’onestà e la passione di sempre: solo pochi mesi fa, a maggio, era stato tra gli organizzatori di un incontro pubblico ad Alba al quale aveva partecipato anche il figlio di Khaled al-Asaad, l’archeologo di fama mondiale assassinato dall’Isis mentre cercava di proteggere i tesori di Palmira.
“Puppione ha per misura la Torre dell’Orologio di Neive: scandisce le ore del contadino che cesella parole di verità” aveva scritto di lui lo storico Aldo Alessandro Mola, in un editoriale per il Giornale del Piemonte. Una definizione che facciamo nostra, stringendoci in queste ore al dolore dei figli Lorenzo ed Elena e di tutti i famigliari e amici: convinti, più che mai, che il “contadino della parola” abbia seminato bene.
Andrea Cascioli
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