È morto l’albese Francesco Foglino, una vita dedicata ai diritti dei più piccoli
A 51 anni è venuto a mancare in Bolivia, dove viveva da oltre vent’anni. Qui aveva fondato la onlus Apea per promuovere l’educazione dei bambini attraverso lo sportÈ deceduto a 51 anni nella capitale boliviana La Paz, vittima di un malore, l’albese Francesco Foglino. Operatore sociale impegnato da oltre vent’anni in Bolivia, viveva insieme alla moglie Maya Koshi e ai figli Enea e Leonardo. In Sudamerica si era dedicato alla promozione dei diritti dei bambini attraverso la onlus Apea (Acción Por una Educación Activa), da lui fondata.
Foglino si era laureato a Torino e aveva conseguito un master in antropologia a Parigi, focalizzando i suoi studi sulla cooperazione e lo sviluppo sociale. Dal 1996 era coinvolto in progetti con associazioni no profit, perlopiù in contesti urbani e rurali della Bolivia. Qui, arrivato da volontario, era rimasto come coordinatore di attività rivolte alle popolazioni indigene, ai minatori e soprattutto ai bambini di strada, vittime della violenza degli slums e di contesti sociali caratterizzati da povertà e problemi di alcolismo e tossicodipendenza. Dal 2007 era educatore sportivo e aveva fondato nel 2011 la Apea, promuovendo l’educazione dei bambini attraverso le attività ludico-sportive. L’associazione opera in particolare a El Alto, una città da un milione di abitanti poco lontana dalla capitale boliviana. Oggi Apea è una delle sessanta organizzazioni che fanno parte della Red Alas-America Latina Alternativa Social, promossa da Libera International, il settore internazionale di Libera.
Ad Alba vive tuttora la famiglia di origine: il papà Franco (ex dirigente Ferrero, è stato vicesindaco e assessore comunale nella giunta di Maurizio Marello), la mamma Annamaria Cane, i fratelli Paolo e Chiara.
Redazione
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