Sgominata cellula locale della n'drangheta: il boss risiedeva ad Alba
Droga, traffico di armi ed estorsioni tra Albese e Astigiano. Ventisei arresti. Rilevate anche infiltrazioni in attività economicheSono stati ben trecento i militari impiegati questa mattina nell’operazione ribattezzata ‘Barbarossa’, che ha portato il Nucleo investigativo dei Carabinieri di Asti ad arrestare 26 persone tra l’albese e l’astigiano. Secondo gli investigatori ad essere sgominata è stata una vera e propria cellula locale della ’Ndrangheta, di cui Rocco Zangrà era il tramite con le cosche calabresi. L’indagine ha avuto inizio esattamente tre anni fa e, oltre alla provincia di Cuneo e a quella di Asti, ha interessato, anche se solo marginalmente, molte province del nord-ovest (Alessandria, Torino, Milano e Savona). In provincia di Cuneo ad essere interessati dall’operazione sono stati i comuni di Alba e Castagnito.
Le indagini hanno coinvolto anche le province calabresi di Catanzaro e Vibo Valentia, facendo emergere gli stretti legami in essere tra gli ‘ndranghetisti calabresi e gli affiliati dell’organizzazione di stampo mafioso che operava in Piemonte.
I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso il comando provinciale dei Carabinieri di Asti alla presenza del Tenente Colonnello Bernardino Vagnoni e del Comandante del Nucleo Investigativo, vale a dire il maggiore Lorenzo Repetto.
L’indagine è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino, che ha individuato la struttura organizzativa e gli appartenenti alla stessa con ruoli, gradi e 'doti' assegnate a ognuno e il classico rito di affiliazione, il santino bruciato col sangue. Quello che è emerso è stata una locale ‘ndranghetista con sede nella città di San Secondo, composta dalle famiglie Satambé, Catarisano e Emma, le quali erano organizzate per commettere omicidi, rapine, estorsioni, furti, traffico di stupefacenti ed armi. Rilevate anche infiltrazioni e acquisizioni dirette e indirette di svariate attività economiche nel settore edile, agricolo-commerciale e sportivo, con riferimento fino al 2017, alle società di calcio Asti Calcio, Pro Asti Sandamianese, Costigliole Calcio, Motta Piccola California.
Una sessantina le persone indagate negli ultimi 24 mesi, fra loro anche commercianti, imprenditori, artigiani e liberi professionisti. Il totale degli arrestati nella giornata di oggi, giovedì 3 maggio, ammonta a 26. Come anticipato il boss dell’organizzazione è risultato residente in provincia di Cuneo, più precisamente ad Alba, si tratta di Rocco Zangrà. Gli altri sono Giuseppe Catarisano, già condannato a 4 anni per lesioni gravi ad un ladro che gli aveva rubato un furgone e suo figlio Ferdinando Catarisano, già sotto processo per un omicidio insieme al cugino Ivan Commisso. Vincenzo, Enea Adriano e Giuseppe Emma, e i rappresentanti della famiglia Stambè: Michele, Angelo, Daniele e Salvatore.
Gli altri arrestati sono Franco Marino, Luca Scrima, Bruno Agostino, Fabio Biglino, Salvatore Carè, Gianpiero Conti, Mattia Pisano, Ivan Venturelli, Alberto Ughetto, Massimo Pugliese, Santo Giuliano Caruso, Rosario Sette, Agim Lena, Gianfranco Guzzetta, Mauro Giacosa, Gaetano Parrucci.
Per tutti loro l'accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso connessa ai reati contestati a vario titolo. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 21 fucili e 16 pistole con relativi munizioni e droga: 10 chili di marijuana, un etto di cocaina e un etto di hashish.
Redazione Cuneodice.it
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