Setta delle bestie, solo una condanna per gli abusi sessuali su minori denunciati da una braidese
La sentenza a Novara, con 25 assoluzioni e alcuni reati prescritti. Contro la “psicosetta” del guru Gianni Maria Guidi era parte civile anche l’associazione Mai + SoleUna condanna a sei anni di reclusione per violenza sessuale e l’assoluzione per gli altri venticinque imputati al processo per la cosiddetta “psicosetta” delle bestie di Cerano: la sentenza è stata pronunciata oggi in Corte d’Assise a Novara.
Alcuni dei reati sono andati in prescrizione, per altri il fatto non sussiste. Alla lettura, due delle tre ragazze che avevano raccontato il clima nella villetta nei boschi del Ticino sono scoppiate in lacrime. La violenza sessuale risale alla primavera del 2012 e il processo, a porte chiuse, era partito a febbraio 2023, dalla denuncia di una donna, all’epoca dei fatti minorenne.
Erano ventotto gli indagati originari, con autorevoli professionisti tra cui docenti di scuola, psicologi, insegnanti di danza e imprenditori. Il guru e leader indiscusso Gianni Maria Guidi, colpito da un ictus, è deceduto a processo in corso nel 2023. A lui, definito con pseudonimi come “il Dottore”, “il Pontefice”, “Re Bis”, venivano introdotte come schiave sessuali decine di adepte, comprese diverse ragazzine minorenni. Un trentennio di violenze fisiche e psicologiche, secondo gli inquirenti, celate dietro alle apparenze di una comunità new age dedita a pratiche di magia e divinazione nei boschi novaresi di Cerano. Gli adepti si chiamavano tra loro con soprannomi dal mondo animale come “lumachina”, “capretta”, “cavallo”, “volpetta”. Di qui la definizione di “setta delle bestie” per inquadrare il gruppo che operava attraverso le proprie ramificazioni in vari settori a Milano: case editrici, erboristerie, botteghe celtiche, scuole di danza e di “spada celtica”, ma anche un centro psicologico e un “family bar”.
A portare tutto questo alla luce era stata la denuncia di una donna che oggi risiede nel Braidese. “Iniziata” ai riti a soli sette anni, tramite una zia che faceva parte della congregazione, ne sarebbe uscita a ventiquattro. Dalle sue rivelazioni sono partite le indagini della Squadra Mobile della Questura di Novara che avrebbero portato nel 2020, con l’operazione Dioniso, a perquisizioni e arresti nelle province di Novara, Milano e Pavia. L’avvocato Silvia Calzolaro, legale della vittima, rappresentava anche l’associazione saviglianese Mai+Sole, costituita da donne che si occupano di assistere le vittime di violenza di genere.
Le violenze sessuali, anche di gruppo, sarebbero state all’ordine del giorno in una comunità che considerava il dolore come “mezzo per elevare la mente”. Nel corso delle indagini e dell’istruttoria si è parlato di ragazze abusate e costrette a congiungersi con animali, talvolta frustate, morsicate, legate e appese a ganci. Dovevano lavorare senza retribuzione, affidare ogni scelta di vita al gruppo e rivelare qualunque loro pensiero alle “mami”, le collaboratrici più strette di Guidi.
Redazione
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