A processo per lesioni dopo lo schianto in autostrada, ma alla guida forse c’era l’amico
Dubbi sulla dinamica dell’incidente: i poliziotti trovarono i due distesi a terra. Il guidatore era positivo al metadone, il presunto passeggero aveva la patente sospesaPermangono dubbi sulla dinamica dell’incidente avvenuto il 12 agosto 2018 sull’autostrada Torino-Savona, nel tratto tra Cherasco e Marene, che provocò il ferimento di un uomo e che ha portato a processo per lesioni personali stradali gravi M.B., indicato come guidatore dell’auto incidentata.
Il veicolo a bordo del quale viaggiavano i due amici, in direzione Torino, si cappottò due volte schiantandosi infine contro il guardrail. Non è chiaro se a provocare lo sbandamento sia stata una distrazione, un urto contro un oggetto sulla carreggiata o un problema meccanico dell’auto. I poliziotti intervenuti sul luogo dell’incidente trovarono i due occupanti del mezzo fuori dall’abitacolo, distesi in terra. M.B. risultò positivo al metadone, sostanza che assumeva in base a un preciso piano terapeutico.
Dalle risultanze successive si è appreso che il suo accompagnatore in quel momento aveva la patente sospesa. Un particolare che la difesa ritiene determinante vista la natura delle rispettive ferite: mentre il presunto passeggero si era rotto le costole, secondo una dinamica compatibile con l’urto contro il volante, l’attuale imputato aveva invece una profonda ferita alla testa che potrebbe corrispondere allo sfondamento del parabrezza sul lato passeggero. A fronte di queste perplessità l’altro uomo ha comunque ribadito in aula che M.B. era effettivamente al volante dell’auto.
Nell’udienza odierna, dopo l’audizione di un soccorritore del 118 come testimone, i legali dell’imputato hanno chiesto una perizia sulla natura delle lesioni dei due occupanti del veicolo in riferimento ai danni riportati dal mezzo. Il giudice ha disposto la verifica e ha incaricato un perito medico-legale.
a.c.
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