Accoltellò il convivente, per lei la Procura chiede lâaggravante del ââcodice rossoââ
Nel settembre 2019 lâaggressione in un alloggio popolare di Cuneo vecchia: il coltello della donna arrivò a due centimetri dal cuore. Era ubriaca e sotto metadoneSolo per un caso fortuito è sopravvissuto allâaggressione subita la notte dellâ11 settembre 2019 ad opera della sua compagna, che al culmine di una lite violenta lo accoltellò con due lame sulla porta di casa.
Quellâabitazione del centro storico di Cuneo, un alloggio popolare nellâex caserma Leutrum, era da tempo lo scenario di continui diverbi tra i due, la 35enne N.M., madre di tre figli, e il convivente 43enne, un meccanico originario di Cerialdo. âPer anni ho assistito a litigate continue specie di notte: spaccavano tutto in casa e non si poteva dormireâ ha dichiarato una vicina nel processo per tentato omicidio a carico della donna, precisando: âLui la istigava molto e in tono cattivo, le diceva di tutto in modo da portarla al limite: frasi come âtu non sei stata una mammaâ, âti hanno tolto i figliâ, âsei unâubriacona e una drogataâ. Lei era molto debole e non riusciva a stare da sola, tante volte abbiamo chiamato i carabinieri che le dicevano di denunciarlo. Ma lei non lo ha mai fatto, perchĂŠ diceva che lo amava e lui ne approfittavaâ.
Entrambi hanno trascorsi di dipendenza da droga e alcol, motivo per cui alla 35enne era giĂ stata tolta la custodia dei figli. In un diverso procedimento, lâuomo è stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per maltrattamenti nei confronti della convivente. La stessa donna che quella sera, a quanto da lui riferito, le si sarebbe avventata contro mentre si accingeva a lasciare lâalloggio: âHo sentito un urlo e lâho vista corrermi incontro con due coltelli in mano, ho avuto appena il tempo di girarmi e me li sono trovati piantati nel pettoâ. I poliziotti intervenuti dalla vicina Questura avevano trovato N.M. nel cortile del condominio, imbrattata di sangue. Dai successivi esami era risultato che avesse in corpo un tasso di alcol di 1,80 g/l e che aveva da poco assunto metadone, circostanza confermata dalla stessa imputata.
Nessun dubbio, secondo il medico legale, circa la possibilitĂ che quellâaggressione potesse cagionare la morte della vittima: le ferite erano compatibili con i due coltelli ritrovati sulla scena, una delle due lame in particolare si era conficcata nel torace dellâuomo fino a due centimetri dal cuore. Per lâimputata si era trattato però di semplice difesa: âMi voleva ammazzare, aveva preso un coltello. Non volevo fargli del male, ma quando lui mi ha strattonata lâho colpito. Era sul balcone, quando lâho visto girarsi con il coltello in mano mi sono sentita in pericolo. Ho usato un coltello per difendermiâ. Il diverbio di quella sera, a quanto raccontato da N.M., si sarebbe scatenato dopo che le aveva ricevuto una telefonata da un amico: âNon voleva che rispondessi. Mi aveva spinta a terra mentre stavo parlando e poi aveva preso il telefono, allâaltro capo il mio interlocutore gli diceva di smettere di picchiarmi. Lui mi ha sbattuta a terra e mi ha insultataâ.
La circostanza della telefonata è stata confermata dallâuomo indicato come autore della chiamata, il quale però ha smentito di aver affermato quelle parole: âLei mi aveva detto di aver avuto un battibecco, non di essere stata picchiata. Io parlai con lui invitando entrambi a smettere di azzuffarsi, poi la telefonata si interruppe perchĂŠ non li sentivo piĂšâ. Il cellulare di lei, rotto, era poi stato ritrovato in camera da letto.
A carico di N.M. il sostituto procuratore Marinella Pittaluga ha chiesto lâapplicazione delle aggravanti previste dalla nuova legge âcodice rossoâ, in vigore da luglio del 2019. La normativa anti-violenza prevede un inasprimento delle pene per i reati violenti commessi nei confronti del partner convivente.
Lâudienza è stata rinviata al prossimo 2 marzo per la discussione.
a.c.

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