Arrestati due sinti autori di una serie di furti ai danni di anziani
Seguivano uno schema ben collaudato, frutto di anni di esperienza e indicativo di professionalità nel delinquere
Il 10 gennaio scorso, dopo una lunga attività investigativa, i Carabinieri della Compagnia di Mondovì hanno arrestato due persone, ritenute responsabili di una serie di furti in abitazione ai danni di anziani.
Si tratta di una donna, Anna Lafleur, di 54 anni, e di un uomo, Giuseppe Massa, di 38 anni, madre e figlio di etnia sinti, residenti a Nichelino, in provincia di Torino, da dove, a bordo di un’anonima Fiat Stilo grigia si muovevano in tutto il nord-ovest. Nei loro confronti il G.I.P. del Tribunale di Cuneo, su richiesta della Procura che ha coordinato l’inchiesta, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dato anche il concreto pericolo di reiterazione di delitti analoghi.
I due seguivano uno schema ben collaudato, frutto di anni di esperienza e indicativo di professionalità nel delinquere. I fatti contestati con certezza in provincia di Cuneo, più precisamente a Mondovì, sono al momento cinque, tutti avvenuti dal 13 luglio al 30 agosto 2018.
Il modus operandi era piuttosto collaudato. Solitamente l’uomo attendeva a bordo del veicolo, mentre la donna individuava e seguiva le anziane vittime sino a casa, dove le avvicinava con una scusa. A volte si presentava come un’amica o collega di lavoro del figlio o della figlia, di cui mostrava di conoscere il nome, a volte come una dottoressa che le aveva in cura quando sono state male. Per convincere le vittime a farle entrare in casa, chiedeva loro di poter vedere il pavimento in marmo, di cui aveva sentito parlare molto bene, inventandosi di dover ristrutturare casa, oppure chiedeva la cortesia di poter lasciare in custodia i propri gioielli, sempre con la scusa dei lavori, facendosi mostrare il luogo in cui le vittime tenevano i beni di valore, fingendosi a volte al telefono con i rispettivi figli per carpirne ulteriormente la fiducia.
Muovendosi con disinvoltura all’interno delle abitazioni, riusciva a trovare i preziosi e il denaro custoditi nei cassetti e si allontanava con una scusa. In due casi le vittime si sono insospettite, facendo allontanare la donna prima che potesse impossessarsi dei preziosi. Per tre volte invece, è riuscita a impossessarsi di gioielli e ingenti somme di denaro. Agli arrestati sono state contestate le aggravanti di aver agito con l’utilizzo di raggiri, con particolare destrezza, approfittando della poca difesa derivante dall’età avanzata e di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità.
La particolare “professionalità” con cui si muovevano i due ha reso molto complesse le indagini, anche considerando che durante i furti i due tenevano i cellulari spenti (per evitare di essere localizzati con il GPS) utilizzando invece altri telefoni provvisti di schede intestate a nominativi fittizi. I Carabinieri del Comando del Comando Provinciale di Cuneo hanno da tempo avviato una specifica attività informativa finalizzata a mettere in guardia le persone più indifese da tali criminali, che approfittano della solitudine e dell’età delle vittime, facendo leva sulla loro buona fede e sugli affetti più cari.
Gli uomini dell’Arma sono convinti che vi siano altri eventi non ancora emersi e rivolgono un appello affinché le vittime li denuncino. Marco Pettinato, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Cuneo: “I furti in abitazione sono uno dei reati che la cittadinanza sente con maggiore peso. La nostra attività non è tangibile: un furto non consumato non è misurabile, mentre lo è l’attività repressiva nella quale cerchiamo di dare il massimo”.
I nomi e i volti sono stati forniti dai Carabinieri a scopo investigativo
Si tratta di una donna, Anna Lafleur, di 54 anni, e di un uomo, Giuseppe Massa, di 38 anni, madre e figlio di etnia sinti, residenti a Nichelino, in provincia di Torino, da dove, a bordo di un’anonima Fiat Stilo grigia si muovevano in tutto il nord-ovest. Nei loro confronti il G.I.P. del Tribunale di Cuneo, su richiesta della Procura che ha coordinato l’inchiesta, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dato anche il concreto pericolo di reiterazione di delitti analoghi.
I due seguivano uno schema ben collaudato, frutto di anni di esperienza e indicativo di professionalità nel delinquere. I fatti contestati con certezza in provincia di Cuneo, più precisamente a Mondovì, sono al momento cinque, tutti avvenuti dal 13 luglio al 30 agosto 2018.
Il modus operandi era piuttosto collaudato. Solitamente l’uomo attendeva a bordo del veicolo, mentre la donna individuava e seguiva le anziane vittime sino a casa, dove le avvicinava con una scusa. A volte si presentava come un’amica o collega di lavoro del figlio o della figlia, di cui mostrava di conoscere il nome, a volte come una dottoressa che le aveva in cura quando sono state male. Per convincere le vittime a farle entrare in casa, chiedeva loro di poter vedere il pavimento in marmo, di cui aveva sentito parlare molto bene, inventandosi di dover ristrutturare casa, oppure chiedeva la cortesia di poter lasciare in custodia i propri gioielli, sempre con la scusa dei lavori, facendosi mostrare il luogo in cui le vittime tenevano i beni di valore, fingendosi a volte al telefono con i rispettivi figli per carpirne ulteriormente la fiducia.
Muovendosi con disinvoltura all’interno delle abitazioni, riusciva a trovare i preziosi e il denaro custoditi nei cassetti e si allontanava con una scusa. In due casi le vittime si sono insospettite, facendo allontanare la donna prima che potesse impossessarsi dei preziosi. Per tre volte invece, è riuscita a impossessarsi di gioielli e ingenti somme di denaro. Agli arrestati sono state contestate le aggravanti di aver agito con l’utilizzo di raggiri, con particolare destrezza, approfittando della poca difesa derivante dall’età avanzata e di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità.
La particolare “professionalità” con cui si muovevano i due ha reso molto complesse le indagini, anche considerando che durante i furti i due tenevano i cellulari spenti (per evitare di essere localizzati con il GPS) utilizzando invece altri telefoni provvisti di schede intestate a nominativi fittizi. I Carabinieri del Comando del Comando Provinciale di Cuneo hanno da tempo avviato una specifica attività informativa finalizzata a mettere in guardia le persone più indifese da tali criminali, che approfittano della solitudine e dell’età delle vittime, facendo leva sulla loro buona fede e sugli affetti più cari.
Gli uomini dell’Arma sono convinti che vi siano altri eventi non ancora emersi e rivolgono un appello affinché le vittime li denuncino. Marco Pettinato, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Cuneo: “I furti in abitazione sono uno dei reati che la cittadinanza sente con maggiore peso. La nostra attività non è tangibile: un furto non consumato non è misurabile, mentre lo è l’attività repressiva nella quale cerchiamo di dare il massimo”.
I nomi e i volti sono stati forniti dai Carabinieri a scopo investigativo
s.m.
MONDOVÌ Provincia di Cuneo - CARABINIERI - truffa - arrestati - Furti - denaro - reati - Sinti - Marco Pettinato - Nome