Assolto in appello il sindacalista degli ambulanti: non diffamò il sindaco di Limone
Carlo Cerrina, presidente provinciale del Goia, era stato denunciato da Massimo Riberi. Oggetto del contendere, lo spostamento del mercato da via RomaI giudici della Corte d’Appello di Torino hanno ribaltato il verdetto del tribunale di Cuneo assolvendo Carlo Cerrina, presidente provinciale del Goia (Gruppo Organizzato Indipendente Ambulanti), dall’accusa di aver diffamato il sindaco di Limone Piemonte, Massimo Riberi.
La vicenda trae origine dall’aspra contesa con gli ambulanti in seguito allo spostamento del mercato del giovedì dalla sede di via Roma a piazza Boccaccio, a un centinaio di metri di distanza. Una decisione presa dall’amministrazione comunale nel periodo dell’emergenza Covid: “Non c’erano i requisiti per mantenerlo dov’era. - aveva ribadito Riberi in tribunale - Lo attestò l’ingegnere incaricato dal Comune e un consulente legale confermò che lo spostamento era legittimo”. L’ordinanza era stata approvata all’unanimità in Consiglio comunale, con il voto favorevole anche dell’opposizione. Il provvedimento venne poi illustrato alle categorie: “La discussione è avvenuta in modo molto pacato, anche se i mercatari erano contrari”.
Ad esprimere la propria contrarietà con toni più accesi, poco dopo, era stato il referente del Goia: nell’ufficio del sindaco erano volate parole grosse, tra cui, secondo Riberi, l’accusa di aver “dato le aree ai suoi amici per ottenere voti”. Questa affermazione è stata respinta da Cerrina, il quale ha precisato di non aver mai voluto offendere il sindaco né tacciarlo di voto di scambio. La querela però era arrivata a seguito di un post pubblicato sul profilo Facebook del sindacalista e di una nota inviata al Comune di Limone, al comando di Polizia Municipale e al prefetto nella quale si accusava il sindaco di ritenersi “al di sopra della legge”. In sede giudiziaria Cerrina aveva ribadito di ritenere comunque illegittima la decisione di trasferire i banchi del mercato: “Le concessioni di posteggio sono in uso agli ambulanti per dieci anni. Il sindaco poteva sospenderle per via dell’emergenza Covid, ma non revocarle per assegnarle ai dehor dei bar come si è fatto. Inoltre la nuova sede del mercato in piazza Boccaccio è alla confluenza tra due fiumi ed è a rischio esondazione in caso di nuova alluvione”.
Ritenendo provata la diffamazione per la sola imputazione relativa al post su Facebook, il giudice di primo grado aveva condannato l’imputato a mille euro di multa e lo aveva invece assolto per quanto scritto nella successiva mail. Cerrina era stato condannato inoltre a corrispondere al sindaco, costituito parte civile con l’avvocato Enrico Collidà, un risarcimento pari a 5mila euro. In appello le argomentazioni difensive dell’avvocato Giulio Magliano, difensore del sindacalista accusato, sono state invece accolte in toto.
Il referente del Goia ha accolto la notizia dell’assoluzione tornando a chiedere al sindaco di rivedere la decisione assunta: “Essendo finita da molto tempo l’emergenza Covid - nell’interesse dei negozianti e degli ambulanti - deve rimettere il mercato dove è sempre stato: in centro”. La nota inviata si conclude con un’ulteriore condanna per quella che viene definita “distruzione del mercato, oltretutto dislocato dove è avvenuta l’esondazione del fiume con gravissimo pericolo per i frequentatori e per gli ambulanti”.
Andrea Cascioli
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