Borgo San Dalmazzo, due nomadi accusati di aver derubato una novantunenne
All’anziana furono sottratti gioielli di famiglia da una donna che si era fatta aprire con una scusa. A processo una coppia di Villafranca PiemonteLa ‘donna con il cappello bianco’ si era presentata sulla porta dicendo di dover lasciare un messaggio per la vicina, e le aveva domandato un foglio per scrivere il suo appunto. Quando la padrona di casa è tornata con il pezzo di carta, l’estranea ha perfino indicato un collier che sporgeva da uno dei cassetti del comò, ammonendola: “Faccia attenzione a non lasciarlo in giro”. Solo dopo scoprirà che la stessa donna le aveva sottratto un bottino di circa 1500 euro in oggetti di valore, tra cui un collier, una catenina, un anello in oro e un orologio.
Vittima del furto avvenuto nella mattina del 12 dicembre 2017 è una signora nata nel 1926. L’anziana abita nel pieno centro di Borgo San Dalmazzo, nell’area di corso Barale che fa angolo con largo Argentera. Proprio questa circostanza ha agevolato le indagini condotte dai Carabinieri, che hanno potuto avvalersi delle registrazioni di ben due telecamere nei paraggi. Una ha ripreso la ‘donna con il cappello bianco’, descritta dalla vittima, mentre si appresta a entrare nel condominio. Il secondo occhio elettronico ha invece catturato le immagini (e la targa) di una Nissan Juke che si vede comparire verso le dieci e mezza e caricare la donna una decina di minuti più tardi, in un intervallo di tempo compatibile con il furto.
L’automobile è risultata essere intestata a G.D., un nomade cuneese residente a Villafranca Piemonte (Torino) e gravato da diversi precedenti di polizia. Anche la targa dell’auto era già nota alle forze dell’ordine perché utilizzata dal sospettato e da sua moglie N.L. in altre occasioni durante le quali i due sono stati indiziati per furti ai danni di persone anziane. Nel successivo riconoscimento, la novantenne ha individuato senza dubbio in N.L. la donna che aveva suonato alla sua porta quel mattino. Non è stato possibile invece stabilire con certezza se il complice alla guida dell’auto fosse il marito, dal momento che il volto del guidatore era parzialmente nascosto dall’aletta parasole della Nissan.
La difesa però avanza dubbi anche sull’identificazione dell’autrice materiale del furto: alla signora è stata diagnosticata alcuni anni fa una maculopatia, anche se sia il maresciallo dei Carabinieri autore degli accertamenti che la nuora hanno confermato nell’udienza di oggi che la sua vista appariva tutt’altro che appannata all’epoca dei fatti. L’ormai 93enne dovrà comunque effettuare un riconoscimento il prossimo 29 novembre: ironia della sorte, era stata proprio lei a congedare la misteriosa visitatrice dicendo “se dovessimo incontrarci per strada mi saluti lei, con quel cappello potrei non riconoscerla”.
a.c.
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