Borgo San Dalmazzo, minacciò l’autista del bus dopo averlo costretto a fermarsi: condannato
L’uomo, ferito e in stato di alterazione, aveva litigato con il guidatore perché riteneva di non dover pagare il biglietto. La difesa: “Era in astinenza da metadone”Con le sue intemperanze aveva costretto l’autista di un pullman della Benese ad accostare il mezzo e a far scendere gli altri passeggeri. Per questo L.M., italiano con trascorsi di tossicodipendenza, è stato riconosciuto colpevole di interruzione di pubblico servizio e minaccia a pubblico ufficiale.
I fatti risalgono al luglio del 2018, quando l’uomo era salito sul bus della linea 77 Entracque-Cuneo a Borgo San Dalmazzo, presso la fermata di largo Argentera. All’inizio aveva rifiutato di pagare il biglietto sostenendo di essere in possesso di una tessera che ne accertava la condizione di disabilità, ma di averla smarrita quel mattino stesso. Il guidatore aveva fatto presente che in mancanza di un titolo di viaggio sarebbe dovuto scendere e l’uomo aveva acconsentito a pagare il biglietto, pur in malo modo: “Aveva un fare molto arrogante, - ha ricordato il conducente - ha incominciato ad andare avanti e indietro tenendo una bottiglia di birra in mano e gli ho intimato di sedersi perché era un comportamento pericoloso”.
Arrivato alla prima fermata, pochi minuti dopo, la situazione era già degenerata a tal punto da indurre l’autista a chiedere soccorso all’ufficio centrale, da dove era partita un’ulteriore chiamata alle forze dell’ordine. Intanto la decina di passeggeri presenti erano stati costretti a scendere e a salire su un altro autobus: “Quando sono arrivati i carabinieri - ha aggiunto il dipendente della Benese - mi hanno detto che si trattava di un personaggio conosciuto. In loro presenza mi ha indirizzato le solite minacce come ‘ti vengo ad aspettare al deposito’: nel mio lavoro ormai è la quotidianità”.
Il vicebrigadiere Alessandro Viglioni, effettivo alla stazione carabinieri di Valdieri, ha confermato di aver udito le minacce dopo essere accorso su segnalazione della centrale nei pressi del negozio Scarpe&Scarpe, dove il bus si era fermato. Il presunto autore delle intemperanze era ancora a bordo del mezzo e appariva “euforico e aggressivo”: “Aveva un atteggiamento provocatorio verso l’autista, al quale aveva detto fra l’altro ‘fai attenzione a quello che scrivi, se faccio un giorno di galera vengo a cercarti’”. I militari avevano deciso infine di chiamare l’ambulanza del 118 anche perché l’uomo presentava un forte ematoma sulla testa, con tumefazioni e graffi sul corpo: “Diceva di esserseli procurati durante una rissa a Torino. L’ematoma invece era conseguenza di una caduta avvenuta su un altro autobus”. Al pronto soccorso il ferito aveva rifiutato le cure e si era allontanato dall’ospedale. Si era appreso in seguito che era già stato allontanato in passato da una struttura di Sommariva Bosco che si occupa di dipendenze da alcol e droga.
“L’atteggiamento di L.M. è dovuto forse a problemi connessi alle sue dipendenze, ma a prescindere da questo ha di fatto interrotto il servizio di trasporto” ha osservato il pubblico ministero Gianluigi Datta, chiedendo per l’imputato la condanna a otto mesi di reclusione. L’avvocato Giulia Dadone ha ricordato che il soggetto - tossicodipendente fin dall’adolescenza e in crisi di astinenza da metadone - era stato anche sottoposto a perizia psichiatrica, dalla quale erano emersi un disturbo bipolare e una sindrome ADHD che avrebbe spiegato il suo atteggiamento irrequieto. “Aveva comunque diritto all’esenzione dal pagamento, essendo invalido civile al 75%” ha aggiunto il difensore, chiedendo l’assoluzione per vizio di mente.
Il giudice Giovanni Mocci ha infine condannato L.M. a quattro mesi e quindici giorni di reclusione.
a.c.
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