Botte ai carabinieri dopo la ‘notte brava’ al bowling di Borgo San Dalmazzo
Il 29enne, residente in città, è stato condannato a undici mesi di reclusione: aveva litigato con la fidanzata prima di prendere a calci e sputi i militariHa chiesto scusa per tutto quanto è successo il 29enne borgarino accusato di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento dopo una ‘notte brava’ incominciata al bowling e finita in ambulanza.
Nella notte tra il 26 e il 27 maggio 2018, i carabinieri di Borgo San Dalmazzo erano intervenuti dopo un violento alterco tra D.M. e la fidanzata nel parcheggio del locale: “Sembrava alterato e insultava la donna con pesanti ingiurie. Quando è uscita dal locale ha cercato di aggredirla, quindi lei ci ha chiesto aiuto” ha raccontato un militari, riferendo di averlo visto anche danneggiare un’auto con un calcio.
Il peggio però doveva ancora arrivare, perché sarebbe stato proprio l’arrivo delle forze dell’ordine a provocare la reazione più violenta dell’uomo: “Era aggressivo verso di noi e ci insultava, gridava che avrebbe ammazzato tutti e stuprato le nostre figlie”. Giunto in caserma, il giovane avrebbe dato in escandescenze colpendo con calci e sputi due carabinieri, danneggiando a testate la macchinetta delle bevande e seguitando a insultare e minacciare i militari anche dopo l’arrivo dei suoi genitori.
Dopo averlo ammanettato, i carabinieri avevano deciso di chiedere l’intervento dei sanitari per la sedazione, con il parere positivo del padre. Solo a quel punto D.M. si sarebbe tranquillizzato, prima di venire condotto al Pronto Soccorso per accertamenti. Il pubblico ministero Anna Maria Clemente ha chiesto due anni di reclusione per il giovane, sottolineando il fatto che l’aggressione si fosse protratta in caserma: “La convivente ha affermato di non aver avuto timore, ma ai carabinieri aveva detto che sarebbe stato meglio se l’uomo fosse andato a dormire altrove”.
Il difensore di D.M. ha ricordato l’intervenuto risarcimento a vantaggio dei due carabinieri percossi e ha chiesto il minimo della pena: “Soffre di patologie rilevanti, i medicinali che prendeva hanno aggravato la crisi provocata dall’abuso di alcol. Dopo i fatti è rimasto ricoverato tre giorni e ha raccontato a suo padre di non ricordare più nulla di quanto fosse successo”.
Riconosciuto colpevole dei soli reati di resistenza e lesioni e assolto per il danneggiamento del distributore, D.M. è stato condannato dal giudice Elisabetta Meinardi a undici mesi di reclusione con pena sospesa.
a.c.
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