Calci e pugni a un ragazzo perché gay, con la condanna c’è l’aggravante
Nella sentenza per l’aggressione omofoba, avvenuta in un locale di Cuneo, il giudice parla di “grave violenza esercitata senza motivo e con finalità discriminatorie”Si parla di “una grave violenza esercitata senza motivo e con finalità discriminatorie” nella sentenza che il giudice di Cuneo Emanuela Dufour ha depositato, a carico di un 29enne condannato per lesioni personali aggravate.
Il verdetto nei confronti di Soufian Bouaki, pregiudicato di origini nordafricane residente a Cuneo, era stato pronunciato in abbreviato lo scorso dicembre. Si fa riferimento a un’aggressione omofoba del febbraio 2023, vittima un 30enne di Sondrio che si trovava in città per festeggiare il compleanno di un’amica.
All’uscita da un locale di via Saluzzo, era stato provocato con frasi ingiuriose riferite al suo orientamento sessuale e poi aggredito con calci e pugni. Solo l’intervento degli amici aveva indotto l’aggressore, in seguito riconosciuto come frequentatore abituale del locale, a desistere. La vittima era lì solo per divertirsi, insieme a un gruppo di amici con cui aveva organizzato una festa a tema “anni Novanta e unicorni”.
Già durante la serata, uno degli amici sarebbe stato “puntato” da Bouaki e schernito con frasi che deridevano il suo abbigliamento. Verso le due di notte, il gruppo si era diretto verso un altro locale, mentre la persona offesa e altri tre amici erano rimasti lì per saldare il conto. In via Saluzzo Bouaki aveva iniziato a provocare l’altro avventore, dandogli del “ricchione”: il sondriese aveva replicato “sì, sono ricchione. Hai qualche problema?”. A quel punto Bouaki lo aveva colpito con un pugno alla spalla, poi scaraventato a terra e picchiato con più calci alla schiena.
Il giorno dopo, ancora dolorante, si era recato in pronto soccorso a Cuneo dove erano state accertate le contusioni giudicate guaribili in cinque giorni. La Digos ha presto rintracciato il responsabile delle violenze, anche grazie al rinvenimento di alcune immagini sull’accaduto. I testimoni avevano riferito di averlo sentito pronunciare frasi come “io qui sono il capo del quartiere, non mi frega un c… della polizia e ho i soldi per pagare gli avvocati”. Bouaki, nei confronti del quale è stata riconosciuta la recidiva reiterata specifica, era già stato arrestato nel 2014 all’età di diciannove anni, dopo aver picchiato un pensionato 73enne a Torino per sottrargli una catenina d’oro.
A suo carico ora c’è una pena di 10 mesi di reclusione con l’obbligo di risarcimento alla persona offesa, quantificato in 6mila euro. L’avvocato alessandrino Sergio Favretto, che ha assistito la parte civile, evidenzia l’importanza del riconoscimento della discriminazione: “Manca oggi una tutela penale specifica, rafforzata, come invece esiste in vari Paesi europei. Abbiamo solo ipotesi di aggravamento delle fattispecie”. La vittima del pestaggio, aggiunge il legale, è stata segnata “anche psicologicamente” dall’accaduto e ha vissuto “mesi destabilizzanti anche nel proprio lavoro e attività”.
Andrea Cascioli

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