Caraglio, ‘guaritore’ accusato di violenza sessuale
L’uomo, un mobiliere conosciuto in valle Grana anche per la sua attività di ‘rangiaoss’, è stato denunciato da una donna che aveva fatto ricorso alle sue cureMolti in valle Grana lo conoscono, oltre che per la sua attività di mobiliere, come ‘guaritore’ di contratture e piccoli fastidi muscolari. A.F. è quindi ciò che in dialetto piemontese si definisce un ‘rangiaoss’ (‘aggiusta ossa’): “Non ha mai frequentato scuole o corsi da osteopata, ha un dono che gli è stato trasmesso da suo padre. Sembrano cose impossibili ma la gente viene da lui e quando esce sta meglio” ha testimoniato sua figlia nel processo che vede imputato il padre per violenza sessuale.
A denunciarlo, nell’ottobre 2017, una ragazza che aveva fatto ricorso alle sue cure dopo uno stiramento alla coscia. La giovane ha riferito che A.F. le avrebbe sfiorato con insistenza le parti intime dopo averla fatta coricare su un lettino. Lei aveva interrotto il ‘massaggio’ con una scusa, dopo circa mezzora, e si era decisa a denunciare la presunta molestia su insistenza del fidanzato e delle amiche a cui aveva raccontato l’episodio: “Non volevo che succedesse a qualcun’altra”.
Il ‘rangiaoss’ riceveva tutti coloro che si rivolgevano a lui nel mobilificio di famiglia a Caraglio. Solo chi aveva bisogno di trattamenti più complessi veniva fatto accomodare nel seminterrato, in uno studio allestito apposta. Nel corso dell’ultima udienza al tribunale di Cuneo hanno sfilato numerosi ex ‘clienti’, che in realtà sarebbe improprio definire tali dal momento che tutti hanno confermato di non essersi mai sentiti rivolgere richieste di pagamento da parte di A.F.: “Avevo quattro ernie, mi bombardavano di farmaci ma le terapie mediche non mi avevano giovato per nulla. Grazie a lui sono tornato a sciare e fare sport a 62 anni” ha detto uno dei testimoni ascoltati dagli avvocati Giuseppe Caprioli e Paolo Verra e dal pm Marinella Pittaluga. Un giovane ingegnere biomedico, indirizzato al ‘guaritore’ dai suoi genitori, affrontava i postumi di un infortunio durante una gara di salto a ostacoli: “Dopo il trattamento ho ripreso a muovere la gamba, oggi infatti corro come centometrista”.
Non tutti, però, hanno la stessa opinione riguardo alla professionalità dell’uomo. Una signora, chiamata a testimoniare dall’accusa, ha ammesso di aver ricevuto a sua volta palpamenti di natura equivoca: “Mi sono recata da lui due volte, prima accompagnata da un conoscente e poi da sola. In questa seconda occasione mi ha ricevuta al piano di sotto. Oltre a massaggiarmi la schiena mi ha messo le mani sotto gli slip, mentre ero distesa a pancia in giù. Io ho detto ‘basta così’ e me ne sono andata”. Il conoscente che le aveva raccomandato A.F., sapendo dei problemi di schiena della donna, ha sostenuto per contro di non aver notato nulla di strano nella condotta dell’imputato: “Avevo assistito al massaggio, A.F. le ha chiesto di tirarsi su la camicetta ma non di sbottonarsi i pantaloni. Quando il massaggio è finito lei mi ha detto che aveva provato un po’ di dolore ma non si è lamentata. Non so se sia tornata altre volte, solo un mese dopo mi ha raccontato che A.F. non si era comportato bene e che non sarebbe mai più andata da lui”.
Alla presidente del collegio giudicante, che gli aveva chiesto se avesse sentito voci riguardo a una presunta abitudine del ‘rangiaoss’ di allungare le mani più del dovuto sulle donne, il testimone ha risposto: “Avevo sentito qualche parola a riguardo e ne avevo anche fatto menzione alla mia conoscente. Lei mi aveva detto che si sarebbe sentita rassicurata se io fossi stato presente”.
Il prossimo 6 maggio si chiuderà la fase istruttoria del processo.
a.c.
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