Caso Nada Cella, due testimoni confermano: “Soracco e Cecere si conoscevano”
L’ex maestra e il commercialista, datore di lavoro della vittima, hanno sempre negato di aver avuto rapporti stretti nel periodo dell’omicidioTra dicembre 2024 e gennaio di quest’anno la polizia ha sentito due testimoni inediti nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria trovata agonizzante a Chiavari (Genova), nello studio commercialistico dove lavorava, il 6 maggio 1996. I due, un uomo e una donna, hanno ribadito in aula che “Marco Soracco (il commercialista datore di lavoro della vittima, ndr) e Annalucia Cecere si conoscevano e si frequentavano”.
Cecere, ex insegnante di scuola elementare, trasferitasi a Cuneo pochi mesi dopo il delitto, è accusata di essere l’assassina materiale di Nada, mentre Soracco insieme alla madre deve rispondere di favoreggiamento: gli inquirenti ritengono che i due fossero al corrente dell’identità dell’assassina e per qualche motivo avessero taciuto. L’ipotesi della Procura è che all’origine del raptus omicida ci sia una gelosia di Cecere nei confronti della giovane segretaria del commercialista, col quale lei avrebbe voluto intrecciare una relazione sentimentale. Sia Soracco che Cecere, per contro, hanno sempre sostenuto che la loro fosse una conoscenza superficiale.
Soracco oggi ha voluto rilasciare spontanee dichiarazioni, per dire che “al pranzo ero andato con un'altra amica” e che la sua auto “la posteggiavo sempre in strada, non avevo un box e quindi è normale che qualcuno l’abbia vista sotto casa di Cecere”. L’alloggio in cui risiedeva Cecere, all’epoca 28enne addetta alle pulizie in uno studio dentistico, distava solo poche decine di metri da via Marsala 14, luogo di residenza e di lavoro del commercialista.
Redazione

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