C’è anche un presunto Modigliani nel giallo delle opere false vendute a Guglielmo Isoardi
L’ex “signor Alpitour” ha denunciato per truffa il mercante d’arte Fabrizio Quiriti: aveva pagato 25mila euro per un bronzo di Lucio Fontana poi giudicato non autenticoUna “pera” in bronzo pagata 25mila euro è il pomo della discordia nel processo per truffa che vede imputato il noto gallerista e mercante d’arte cuneese Fabrizio Quiriti, denunciato dall’imprenditore ed ex titolare dell’Alpitour Guglielmo Isoardi.
Nel 2005 Quiriti aveva venduto al collezionista - suo conoscente di lunga data - un “Bronzo con buchi” di Lucio Fontana, pittore e scultore italoargentino celebre per i suoi “tagli” su tela. Undici anni dopo, la scoperta del falso: “La Fondazione Fontana - ha raccontato Isoardi al giudice - mi scrisse che l’opera non era attribuibile al maestro, di conseguenza non potevo nemmeno rivenderla”. Il presidente della Fondazione, Paolo Laurini, ha deposto in tribunale confermando il giudizio espresso dalla commissione artistica: “L’opera in questione era saltata fuori dal nulla: esiste una ‘pera’ originale di terracotta con i tagli che è stata riprodotta con due copie in bronzo. Di questo bronzo con i buchi però non esiste né l’originale né alcuna altra copia: era un falso grossolano, viste le caratteristiche intrinseche”.
Poiché con l’allora curatore della galleria Il Prisma c’erano rapporti consolidati (Isoardi ha affermato di aver acquistato all’incirca 150 quadri da lui), il compratore cercò di contrattare con Quiriti per ottenere un rimborso. L’accordo tra i due, sempre a detta dell’autore della denuncia, prevedeva la restituzione del bronzo in cambio di un assegno da 25mila euro e di una decina di opere di vari autori dal valore equivalente. Tuttavia l’assegno si sarebbe rivelato scoperto e le opere, sottoposte a valutazione, assai meno quotate di quanto era stato affermato: non più di 8mila euro in tutto, secondo le perizie richieste da Isoardi.
Tra queste dieci opere figuravano sei tele di Pier Giuseppe Imberti valutate 500 euro l’una, un dipinto di Aldo Mondino privo di certificazione di autentica provenienza e un disegno a carboncino attribuito nientemeno che ad Amedeo Modigliani. Opera minore sulla quale, tuttavia, gli esperti avevano espresso un giudizio di inautenticità: “Il nostro consulente non ha potuto trovarne corrispondenza in nessuno dei tomi del Catalogue raisonné di Modigliani” ha affermato il rappresentante della ArsValue, la società di consulenza che aveva eseguito la perizia. Nell’udienza è emerso che lo stesso consulente, Jacopo Antolini, è stato chiamato in causa anche in un altro procedimento su un falso Modigliani presso il tribunale di Cuneo.
Il processo è stato rinviato al 29 giugno prossimo per l’esame dell’ultimo teste di parte civile e dei testi di difesa.
a.c.
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