Cinquemila pasticche di anfetamine in valigia: “Ma mio padre non c’entra”
In un alloggio di Cuneo vecchia avvenne il più ingente ritrovamento di droghe sintetiche in provincia. Oggi è a processo anche un genitore del presunto spacciatoreGiura che suo padre non ha nulla a che fare col ritrovamento in casa di quella valigia, contenente due chili di metanfetamine. I poliziotti della Squadra Mobile di Cuneo avevano rinvenuto il trolley nell’abitazione in cui il giovane Hatem Rebei conviveva con il padre e con la sorella.
Fu il più grande ritrovamento mai effettuato in provincia per sostanze di questo genere. L’operazione messa a segno in un’abitazione di via Santa Maria, nell’agosto 2019, portò al rinvenimento di 5027 pasticche di ecstasy. I vari colori e i disegni impressi (tra questi un teschio, un diamante, due frecce stilizzate) servivano a distinguere gli stupefacenti a seconda dei loro effetti. Le “paste” erano suddivise in cinque sacchetti di plastica con le scritte “yes” e “bro”.
Per quella vicenda Hatem Rebei è stato condannato a quattro anni in primo grado. Ora che il figlio è in carcere, il 60enne Abdellatif Rebei, cittadino tunisino, si trova a rispondere di concorso in spaccio. Nell’ultima udienza il figlio ha accettato di rispondere alle domande delle parti e del giudice, scagionando il padre e coimputato da ogni addebito: “Non sapeva di quella valigia, l’ho portata a casa da solo e l’ho nascosta in un armadio nello sgabuzzino”. Gli inquirenti ipotizzano che una quantità così ingente di stupefacenti, per un peso complessivo di circa 2,5 kg, fosse destinata allo spaccio non solo sulle piazze cittadine ma su quelle dell’intero Nord Ovest.
Il giovane Rebei afferma di esserne venuto in possesso per caso e senza nemmeno sapere cosa ci fosse in quel trolley: “La valigia era custodita poco distante dalla stazione a Torino, appartiene a un ragazzo di colore: lo avevo visto lasciarla sotto una scala in un giardino al Valentino, dopo che il ragazzo è andato via l’ho recuperata. Il giorno dopo l’ho portata a casa e dentro ho trovato i soldi e la droga”. Il ragazzo afferma di aver preso solo le banconote, 400 euro in tutto, lasciando in valigia l’ecstasy: “Vivo di furti ma non ho mai spacciato, se avessi saputo che c’era droga non l’avrei presa” assicura. Credibile o meno che sia questa versione, il ragazzo spiega di essere partito per la Tunisia poco dopo senza informare suo padre. Dopo la successiva rivelazione, quest’ultimo si sarebbe mostrato molto contrariato.
Il prossimo 24 novembre è previsto l’ultimo capitolo del procedimento giudiziario, con l’esame dell’imputato e la discussione finale.
a.c.
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