Denuncia l’ex gestore della palestra: “Gli ho affittato gli attrezzi, non ha pagato e li ha buttati via”
Al 48enne titolare della “Tana dei Pitt” di Cuneo è contestata l’appropriazione indebita. Ma per un errore nell’imputazione il processo dovrà ripartire da zeroDovrà ripartire da zero il processo contro F.F., classe 1974, ex gestore di una palestra a Cuneo e accusato di appropriazione indebita dalla persona che gli aveva fornito le attrezzature.
A disporre la nullità del decreto di citazione a giudizio ha provveduto il giudice Emanuela Dufour, dopo aver constatato che quest’ultimo riguardava un reato diverso da quello per cui il 48enne di origini romane, residente da tempo nel Cuneese, è finito alla sbarra. L’uomo, oggi detenuto per altri reati, è pluripregiudicato e non è comparso stamane in aula.
In tribunale invece ha parlato il suo accusatore, un 36enne di Carmagnola, anche lui gestore di palestre. In veste di persona offesa ha ricostruito i suoi rapporti con F.F., che a fine 2016 lo aveva contattato perché interessato ad affittare attrezzi per l’allestimento di uno spazio in via monsignor Riberi a Cuneo: “Per un mese gli ho fatto gestire ‘in prova’ la mia palestra di Boves, poi all’inizio del nuovo anno ha trasferito tutto a Cuneo, nella ‘Tana dei Pitt’. Avevamo un contratto d’affitto da 700 euro al mese, per una cinquantina di attrezzi”. L’accordo era stipulato a nome della compagna di F.F. perché lui, sostiene il querelante, avrebbe fatto presente di non potersi impegnare in prima persona a causa dei suoi precedenti penali: “Ma era lui a gestire tutto. L’ho constatato visitando la palestra un paio di volte a settimana per sei mesi, inoltre lui stesso si pubblicizzava sui social come gestore della ‘Tana’”.
Le cose, però, avrebbero preso una piega molto diversa da come il fornitore si aspettava: “Per i primi sei mesi ha pagato 500 euro al mese, anziché i 700 pattuiti. Poi ha smesso di pagare del tutto. Siamo andati avanti fino al 2019 perché con una scusa o l’altra procrastinava sempre le scadenze. Quando ho detto che avrei mandato un camion per riprendere gli attrezzi, come era previsto dal contratto, mi ha minacciato dicendo che avrebbe sparato in testa a me e all’autista del camion”. Nel 2019 era comunque arrivata la risoluzione del contratto. Il recupero dei beni, invece, è stato più difficoltoso: “Parte di questi sono stati trovati a Dronero, abbandonati nella neve, in un campo da minigolf. È stato mio cognato ad avvisarmi che li aveva visti passando per la strada, io sono andato a controllare e li ho riconosciuti”.
Un’altra parte degli attrezzi mancanti sarebbe stata rinvenuta più tardi in due garage, nelle vicinanze della palestra di via Riberi: “Ho recuperato anche quelli nell’estate 2020, a mie spese. Ciononostante ne mancano ancora, sebbene F.F. sostenga di averli restituiti tutti ho visto su Instagram alcuni suoi video nei quali mostrava di avere in casa parte della mia attrezzatura”. Nel complesso, ha spiegato il 36enne, il valore della merce non restituita si aggira intorno ai diecimila euro: “Ma alcuni attrezzi recuperati, una volta riportati nella mia palestra, si sono rivelati inutilizzabili perché esposti alle intemperie”.
Ora sarà il gip a riprendere in mano il procedimento e valutare un nuovo rinvio a giudizio.
a.c.
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