Devastazioni, incendi e allagamenti: “Il carcere di Cuneo è una Babilonia”
Ennesima denuncia dei sindacati dopo gli ultimi episodi e l’avvio delle proteste tra i ranghi della Polizia Penitenziaria: “C’è chi ha lavorato dalle 8 alle 21,30”Non è mancato nulla, in questi ultimi giorni, nella gamma dei disordini registrati tra le mura del carcere di Cerialdo. L’ultimo episodio è un allagamento nel reparto isolamento, effettuato per protesta da alcuni detenuti nella notte tra venerdì e sabato, intorno all’una.
Nella giornata di venerdì 5 si erano già verificate tensioni quando un detenuto lavorante di origine straniera ha devastato la quarta sezione, provocandosi ferite da taglio. Il recluso, spiegano i rappresentanti della Polizia Penitenziaria, “pretendeva di essere allocato in seconda sezione come pattuito, a suo dire, con gli educatori”. Nel frattempo, altri detenuti hanno appiccato un incendio ai materassi e a una coperta, prontamente spento con l’idrante. Ancora nella mattinata di sabato un detenuto si sarebbe rifiutato di rientrare in cella dopo aver chiesto di uscire all’aria.
“I pochissimi poliziotti penitenziari hanno lavorato ininterrottamente dalle 8 del mattino fino alle 21,30 di sera, alcuni di loro, poi, sono rientrati per espletare il turno notturno in ragione del pochissimo personale presente” denunciano le organizzazioni sindacali Sappe, Sinappe, Osapp, Uil Pa, Cisl Fns e Cgil Fp, dicendosi “fortemente preoccupate” di quanto sta accadendo: la casa circondariale cuneese, sostengono, è “una vera e immane Babilonia”, dove “si opera per quello che si può, in assoluta emergenza, senza direttive e abbandonati totalmente a se stessi”. Nessun supporto dei vertici di comando, aggiungono i sindacati: “Una situazione paradossale”.
Si torna a chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza nelle carceri e interventi da parte del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e della politica: “Hanno totalmente abbandonato la Polizia penitenziaria che si farà sentire, con proteste già programmate”. Tra queste uno sciopero della fame e l’avvio di presidi notturni e conferenze stampa di fronte ai cancelli del penitenziario.
Redazione
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