Dronero dice addio al professor Paolo Roberto Poggio
L’ultimo saluto all’ex docente dell’Alberghiero, in pensione da pochi mesi, nella “sua” val Maira. Insegnò la letteratura a generazioni di studentiHa suscitato profonda commozione nel mondo della scuola la scomparsa del professor Paolo Roberto Poggio, avvenuta presso l’ospedale Molinette di Torino all’età di 67 anni.
Docente di letteratura italiana, aveva insegnato all’alberghiero “Donadio” di Dronero ed era in pensione da meno di un anno. Era originario di Novi Ligure, nell’Alessandrino, ma vantava origini valmairesi da parte materna. Di queste radici era sempre stato orgoglioso, spiegano i colleghi, tanto da maturare la decisione, meno di una decina di anni fa, di tornare nel capoluogo della valle Maira per concludere la sua vita professionale di insegnante, iniziata alcuni decenni prima come docente negli istituti superiori della provincia di Alessandria.
Proprio a Dronero quest’oggi, sabato 12 aprile, si terrà l’ultimo saluto con le esequie nella chiesa parrocchiale, alle ore 15,30. Il professor Poggio lascia la moglie Elena, anche lei docente presso l’istituto agrario.
I colleghi ricordano del compianto professore, che fu anche attendente del Sovrano Ordine di Malta, la robusta formazione cristiana e la fede vissuta “non in modo ostentato ma con intima fedeltà a quanto aveva appreso nella sua infanzia e adolescenza, costellata di luoghi e personaggi che gli furono modello e che descrisse in pagine di pubblicazioni tanto giornalistiche quanto di libri di storia locale (intendendo con questo termine luoghi e paesaggi del Basso Piemonte e delle Alpi Cozie)”.
Come giornalista pubblicista collaborò con il giornale Il Lavoro di Genova, dove “ebbe modo di mettere al servizio la sua arguta penna, sempre intinta nei colori una bonaria e viva ironia e in una solida e profonda cultura”. Generazioni di studenti hanno appreso dalle sue lezioni l’amore per la letteratura italiana (“sapeva citare a memoria autori e versi poetici” testimonia chi l’ha conosciuto) e conosciuto la sua erudizione storica: “Ci mancheranno il suo arguto motto e la battuta sempre pronta ma lieve con cui chiudeva spesso i suoi interventi”.
Redazione

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