Ecco i volti dei responsabili dei furti avvenuti a San Rocco Castagnaretta durante la Sagra di San Sereno
Facevano parte di un'associazione a delinquere che gli consentiva di avere una qualità di vita molto elevata: arrivavano a guadagnare 25 mila euro al meseSono stati arrestati i responsabili di quattro furti in appartamento avvenuti il 7 e l'8 settembre scorsi a Cuneo, in frazione San Rocco Castagnaretta, nel corso della fiera di San Sereno. Mentre i proprietari degli alloggi erano in piazza per i festeggiamenti i malviventi si recavano nelle loro abitazioni per svaligiarle. La tecnica usata era molto semplice, in quanto individuavano le signore che lasciavano la borsetta in macchina per prendere le chiavi di casa e recarsi presso la relativa abitazione. In un caso l'episodio furtivo era sfociato in rapina, in quanto all'interno di un'alloggio si trovava un'anziana non autosufficiente, immobilizzata a letto, alla quale i malviventi avevano strappato la collanina d'oro.
Da qui è partita una complessa operazione congiunta, che ha visto impiegati sul campo un centinaio di uomini della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri di Cuneo, con il supporto della Questura e dell’Arma, coordinati dalla dott.sa Longo della Procura di Cuneo. Sono stati tratti in arresto sette uomini, tutti nomadi Sinti piemontesi, pregiudicati, ritenuti gli autori di una rapina e di 22 furti in abitazione consumati nelle province di Cuneo, Cremona, Reggio Emilia, Piacenza e Mantova, nel periodo compreso tra i mesi di settembre 2018 e gennaio 2019. Già, l'episodio di San Sereno è stato l'elemento scatenante che ha consentito alle forze dell'ordine di mettersi sulle tracce dei malviventi e scoprire che erano attivi in tutto il Nord Italia.
Il livello criminale dei sette soggetti arrestati era tale da fare configurare per quattro di loro l’Associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei gravi reati documentati. In particolare le risultanze investigative ottenute dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e dal personale della Squadra Mobile di Cuneo, hanno permesso di fare emergere la totale spregiudicatezza con cui gli indagati mettevano in atto i furti e l’accurata azione di pianificazione che precedeva e seguiva ognuno di questi. E’ stato così possibile appurare che i sette si erano procurati una sicura sistemazione logistica in un appartamento della città di Modena, dove si rifugiavano dopo la commissione dei reati predatori nelle province limitrofe. Inoltre per garantirsi la buona riuscita dei colpi, in diversi di questi si presentavano presso gli obiettivi prescelti utilizzando segni distintivi in uso alle Forze dell’Ordine (Carabinieri e Guardia di Finanza), quali pettorine, cappelli e tesserini di riconoscimento falsificati artigianalmente, così da carpire in prima battuta la fiducia delle vittime e assicurarsi infine una fuga indisturbata.
Il sodalizio si avvaleva altresì dell’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati nonché di attrezzature e materiali idonei al taglio di casseforti e di veicoli di grossa cilindrata per i frequenti spostamenti tra le varie province. In un episodio hanno cambiato colore a un'automobile per ben tre volte in una settimana, mentre in altre occasioni erano soliti cambiare le targhe. Per quanto accertato gli arrestati, che non avevano alcun tipo di impiego lavorativo lecito, con il profitto delle razzie compiute arrivavano ad avere un guadagno mensile di oltre 25 mila euro a testa tra denaro contante e la successiva ricettazione dei preziosi abilmente sottratti. Tale provento veniva utilizzato per foraggiare i successivi colpi, speso per mantenere un elevato stile di vita mondana e per acquistare capi d’abbigliamento di alta moda ed automobili di pregio. Si stima che nei 26 furti attribuitigli i banditi abbiano racimolato un bottino variabile dai 200 ai 250 mila euro. Nel corso delle perquisizioni sono stati recuperati 26 mila euro in contanti e gioielli di diversa tipologia.
Secondo gli inquirenti a mettere insieme la banda e ad esserne la cosiddetta 'mente' era Edoardo Bresciani, mentre Adriano Barrero era il cosiddetto 'leader carismatico', colui che nei momenti di difficoltà coordinava le operazioni. Ognuno aveva il proprio ruolo all'interno del sodalizio criminale.
Secondo gli inquirenti a mettere insieme la banda e ad esserne la cosiddetta 'mente' era Edoardo Bresciani, mentre Adriano Barrero era il cosiddetto 'leader carismatico', colui che nei momenti di difficoltà coordinava le operazioni. Ognuno aveva il proprio ruolo all'interno del sodalizio criminale.
Gli arresti sono stati materialmente eseguiti nei comuni di Magliano Alpi, di Trinità (frazione San Giovanni Perucca) e di Modena, con un dispositivo imponente ma discreto, che ha permesso di portare a compimento gli arresti velocemente ed in piena sicurezza.
“Con estrema soddisfazione è stata completata una prima parte di indagini a carico di persone dedite ai furti predatori. L’attività criminosa era svolta quotidianamente. C’è stata un’ampia collaborazione di tutte le forze di polizia, questo è motivo di vanto per questo ufficio per un risultato che riteniamo importante” ha commentato il capo della Procura di Cuneo, Onelio Dodero.
Ai fini di eventuali ulteriori sviluppi investigativi, la Procura ha fornito le foto degli arrestati e le relative generalità:
- Barrero Adriano, 47 enne, di Trinità (CN);
- Barrero Valerio, 42 enne di Magliano Alpi (CN);
- Barovero Valter, 54 enne di Vignolo (CN);
- Bresciani Angelo, 38 enne di Trinità (CN);
- Bresciani Edoardo, 45 enne di Magliano Alpi (CN);
- Barrero Giacinto, 35 enne di Magliano Alpi (CN);
- Aimo Ivan, 35 enne di Mondovi’ (CN).
s.m.
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