Era cuneese l'acqua spacciata per miracolosa e venduta a quasi due euro a bottiglia
'Acquauro' e 'Acquaendo' sono state ritirate dal mercato e i siti web oscurati. Nella pubblicità le venivano attribuite improbabili proprietà terapeuticheL’acqua in esubero dallo stabilimento cuneese delle Fonti di Vinadio (la cui società non è coinvolta ed era totalmente all’oscuro della vicenda), veniva spacciata per terapeutica e venduta a circa due euro a bottiglia. Per questo motivo il gip milanese Anna Calabi, su richiesta del pm Mauro Clerici, ha disposto il sequestro in tutta Italia dei lotti di ‘AcquaUro’ e ‘Acquaendo’ e il conseguente oscuramento dei siti web e il sequestro dei volantini di reclame. Nell’indagine per frode in commercio è indagato il pugliese Giuseppe Anguilla, 54 anni, legale rappresentante della società di diritto elvetico Setthim. Le due acque, dall’ottobre 2017 spacciate per terapeutiche erano, secondo i magistrati “miscele di acque prodotte in valle Stura con gli esuberi di produzione (…) classificabili come semplici acque potabili per uso umano“. Ne ha dato notizia l'edizione online del Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Peter Gomez.
AcquaUro veniva pubblicizzata come “minimamente mineralizzata e poverissima di sodio” e con mirabolanti proprietà in grado di stimolare la diuresi, di prevenire ed eliminare i calcoli renali e altre presunte caratteristiche terapeutiche. Analoga la pubblicità di AquaEndo, indicata come “coadiuvante nei casi di obesità e ipertensione e che come ‘AcquaUro’, secondo gli accertamenti svolti da Atis e dal Nas dei Carabinieri, veniva commercializzata in bottiglie di plastica con un codice a barre simile a quello delle confezioni farmaceutiche.
s.m.
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