Evade dai domiciliari e spiega ai carabinieri: “Al cimitero di Cervasca c’è troppa gente”
L’imputato, una volta rientrato, ha raccontato di essere uscito prima dell’orario previsto perché doveva visitare il camposanto e temeva l’affollamentoNon è bastato spiegare ai carabinieri il motivo del suo gesto per evitare la denuncia e la condanna in tribunale per evasione: C.M., sottoposto alla detenzione domiciliare nella sua abitazione di Cervasca, aveva raccontato ai militari di essere uscito di prima mattina perché voleva recarsi nel camposanto del paese e voleva evitare di trovarlo troppo affollato.
Questa è la spiegazione che ha riferito in aula l’appuntato Maurizio Mazzi, cioè il carabiniere che si era presentato alla sua porta poco dopo le otto di mattina del 6 marzo 2022. Secondo quanto stabilito dall’autorità giudiziaria, all’uomo era concessa un’uscita quotidiana in un orario compreso tra le 9 e le 11, ma non prima. Per questo i militari incaricati del controllo avevano allertato la centrale operativa: “Abbiamo suonato più volte accertandoci che il campanello funzionasse, si sentiva il suono dalla strada. Solo dopo abbiamo chiesto alla centrale di contattare C.M. al cellulare: lui ha risposto, dicendo che sarebbe rientrato immediatamente a casa”.
Dieci minuti dopo in effetti l’uomo aveva fatto ritorno e aveva fornito la sua giustificazione: “A suo dire, nell’orario concesso per l’uscita ci sarebbero stati troppi visitatori nel cimitero”. La risposta non ha soddisfatto il pubblico ministero, che ha chiesto per l’imputato la condanna a un anno di reclusione: “Il controllo è stato effettuato un’ora prima dell’orario previsto per l’uscita, lui è tornato solo su richiesta dei carabinieri e con la scusa pronta”. Per la difesa, tuttavia, “la Cassazione richiede che siano almeno dodici le ore di evasione prima di un’eventuale pronuncia di condanna”.
Il giudice ha invece ritenuto fondata la richiesta dell’accusa e inflitto all’evaso la pena di un anno di reclusione.
a.c.
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