Evasione fiscale, la Procura chiede due anni di condanna per il contabile Adriano Bruno
Secondo l’accusa il professionista cuneese avrebbe permesso a un imprenditore edile di evadere 532mila euro di imposte tramite false dichiarazioniЀ alle battute finali il processo contro il ragionier Adriano Bruno, titolare dello Studio Sistem snc di Cuneo, per un’evasione fiscale da 532mila euro contestata dalla Guardia di Finanza a uno dei clienti dell’ufficio contabile, l’imprenditore edile Gjovalin Kovacaj.
Gli accertamenti si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi per il 2010 e il 2011, nelle quali sarebbero state indicate passività fittizie in capo alla ditta in modo da abbattere l’imponibile: in questo modo sarebbero stati evasi quasi 200mila euro nel 2010 e oltre 332mila l’anno successivo. Kovacaj ha optato per il rito abbreviato e stamani, convocato come teste nel processo a carico del suo contabile, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Nel corso dell’istruttoria la pubblica accusa ha puntato a dimostrare che il professionista avesse agevolato in prima persona i presunti illeciti. Centrale, da questo punto di vista, la testimonianza di una ex dipendente. La donna aveva lavorato con Bruno per dieci anni, figurando per un periodo come socio d’opera, ma afferma di aver sempre fatto riferimento al titolare per tutte le questioni più rilevanti: “Le indicazioni riguardo alle dichiarazioni fiscali venivano fornite dal ragionier Bruno a tutti i dipendenti”. Vari testimoni di difesa, al contrario, hanno sostenuto che fosse la ex socia a occuparsi della contabilità e dei relativi controlli fiscali.
Per l’imputato è stata chiesta la condanna a due anni di reclusione: “Costi e ricavi erano contabilizzati in modo regolare, - ha osservato il pm Raffaele Delpui - ma quando vi erano criticità riguardo ad alcuni clienti il ragionier Bruno interveniva per ‘sistemare’ le operazioni assoggettate a Iva o ad altre imposte dirette”. Ci sono “granitiche documentazioni”, ha aggiunto il procuratore, riguardo al fatto che Kovacaj si fosse relazionato in prima persona con il titolare dello Studio Sistem. “La questione delle eventuali ‘indicazioni’ da parte di Bruno è smentita da tutti gli altri dipendenti e dai clienti” ha obiettato l’avvocato Nicola Caminiti, osservando inoltre che - quand’anche si ritenesse provata l’evasione - l’imputato non potrebbe essere punito per i fatti contestati perché “la dichiarazione dei redditi era stata compilata a nome dello studio, non di una persona fisica”. La ditta Kovacaj, ha precisato il difensore, “non era affatto uno dei principali clienti dello studio ma uno tra i tanti, all’epoca quasi mille: alcuni di questi erano molto più influenti e non c’era un motivo logico per porre in essere un trattamento di favore nei confronti di Kovacaj”.
Su questa vicenda il giudice si esprimerà il prossimo 9 marzo. In un diverso procedimento il medesimo imputato è accusato di aver favorito l’evasione di oltre 1 milione e 137mila euro di imposte dovute da diversi clienti e di avere a sua volta compiuto atti fraudolenti per evitare la riscossione coattiva dei beni di sua proprietà, dopo che gli erano stati contestati mancati pagamenti per 3 milioni e 203mila euro.
Di recente la Confartigianato di Cuneo è intervenuta per denunciare il protrarsi delle pendenze giudiziarie che vedono Bruno imputato da quasi un decennio: quando nel 2011 scattarono i controlli, il consulente fiscale aveva al suo attivo ottocento imprese. Le frodi al fisco contestate a una cinquantina di queste ammontano nel complesso a 25 milioni di euro: “Mentre il consulente fiscale deve rispondere di numerose presunte violazioni tributarie con l’Agenzia delle Entrate come parte offesa, - sottolinea l’associazione di categoria - tante aziende artigiane si sono ritrovate a pagare sanzioni anche molto elevate, in quanto ignare della condotta fraudolenta del rag. Bruno. Queste, a distanza di un decennio, purtroppo non hanno ancora avuto alcun segnale di attenzione nei loro confronti da parte degli organi competenti”.
a.c.
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