Furto di telefonini in un negozio di Cuneo, in tre alla sbarra
Dalle impronte inviate ai RIS si è arrivati a individuare quattro nigeriani, di cui due richiedenti asilo. A denunciarli il connazionale vittima dell’effrazioneSono stati i rilievi dei Carabinieri del RIS di Parma a individuare i sospettati di un furto in un negozio di via Sebastiano Grandis, nel centro di Cuneo.
Per quel reato sono ora a processo tre cittadini nigeriani, Co. U., Ch. U., G.O., mentre la posizione di un quarto, B.A., è oggetto di un procedimento separato. All’epoca dei fatti, il febbraio del 2020, due di loro erano residenti a Cuneo, gli altri due ospiti dell’hotel “La Siesta” di Centallo in qualità di richiedenti asilo. A sporgere denuncia era stato un connazionale dei quattro, gestore di un negozio specializzato nella riparazione e vendita di telefoni cellulari.
L’esercente era rientrato in negozio un lunedì mattina, accorgendosi che la vetrina era stata sfondata. I ladri avevano sottratto dodici telefonini di varia marca (iPhone, Wiko e Logicom), alcuni dei quali nuovi e altri in riparazione, e una cassa bluetooth. Era stata portato via anche l’incasso di circa cinquecento euro. Il negoziante ha spiegato di aver poi ripagato di tasca propria i telefoni dei clienti in riparazione che erano stati rubati. Ha aggiunto inoltre di conoscere due dei quattro accusati, ma di non aver nutrito sospetti prima che i carabinieri li identificassero dalle impronte.
Il maresciallo maggiore Federico Massabò ha spiegato di aver eseguito i primi rilievi con l’utilizzo di polveri dattiloscopiche, inviando in seguito i reperti ai RIS. Le impronte rilevate sulla porta e sulle vetrine interne, ha aggiunto, “erano umide e sottoponibili a una comparazione, penso perciò che fossero recenti”. Poiché il furto era stato compiuto nel fine settimana, gli inquirenti hanno ipotizzato che nessuno a parte i ladri avesse avuto occasione di lasciare impronte fresche sulle vetrine. Un maresciallo capo dei RIS, effettivo alla sezione impronte, ha dichiarato: “Le impronte sono molto nitide, ma non saprei datarle con certezza. Nessuna di quelle riscontrate apparteneva al proprietario del negozio”.
Il processo proseguirà il 16 maggio, quando si attendono sia l’esame di uno degli imputati che la discussione finale.
a.c.
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