Guidò il corteo anti-coprifuoco a Cuneo: condannato il rapper Diablo
Il 22enne Dominique Chillé Diouf, noto per la sua partecipazione al talent show The Voice of Italy, è stato riconosciuto colpevole di manifestazione non autorizzataUn mese di arresto - a pena sospesa - e 100 euro di ammenda. Questa la condanna emessa dal giudice Giovanni Mocci nei confronti di Dominique Chillé Diouf, noto sulla scena rap con lo pseudonimo di Diablo e conosciuto per la partecipazione al talent show di Rai Due The Voice of Italy nel 2019.
Il 22enne, originario di Roma ma residente da tempo a Cervasca, era accusato di manifestazione non autorizzata a seguito dei fatti del 1 maggio 2021. In quell’occasione la Digos di Cuneo lo aveva identificato e denunciato al termine del corteo auto-organizzato contro il coprifuoco serale, promosso all’insegna dell’hashtag #dopole22. La manifestazione - non comunicata alle autorità - era stata pubblicizzata nei giorni precedenti attraverso il tam-tam di Whatsapp e dei social. Il giorno fatidico si erano raccolte in piazza Galimberti circa 300 persone, in massima parte giovani e giovanissimi. Ne era nato un corteo che aveva sfilato su corso Nizza e corso Giolitti al grido di “libertà”, arrivando fino al piazzale della stazione. Da qui i partecipanti alla protesta erano tornati indietro per poi raggiungere piazza Torino, percorrendo l’intera via Roma. Il corteo era stato scortato da un consistente dispiegamento di forze dell’ordine e si era svolto in maniera pacifica, sciogliendosi poco dopo la mezzanotte.
Chillé Diouf, ripreso e fotografato più volte nell’atto di incitare la folla, era ritenuto dalle forze dell’ordine uno dei promotori della manifestazione, nel corso della quale aveva anche tenuto un breve discorso con un megafono. Il procuratore Luigi Dentis aveva chiesto per lui una condanna a tre mesi di arresto, senza la concessione di attenuanti: “La violazione del coprifuoco - ha argomentato il rappresentante dell’accusa - si inseriva in una fase di enorme difficoltà di questo Paese, nella quale il coprifuoco è stato un’esigenza - magari criticabile - per fare fronte a una situazione epidemica che stava degenerando. C’erano comunque gli strumenti per affrontare una contestazione democratica”.
Il difensore dell’imputato, avvocato Chiaffredo Peirone, ha obiettato che Diablo non potesse essere individuato come promotore della protesta solo perché aveva preso la parola nel corso della manifestazione. Il funzionario della Questura che ha ricostruito in aula le varie fasi della manifestazione aveva anche precisato come l’accusato si fosse prodigato per evitare incidenti e contestazioni violente: “All’altezza di piazza Europa un gruppo di ragazzi è uscito dal corteo e ha sparso in strada scatoloni di cartone della raccolta differenziata. Il Chillé è intervenuto per ripristinare l’ordine, raccogliendo i cartoni e invitando altri partecipanti a fare altrettanto”.
Nei giorni successivi alla manifestazione la Questura aveva identificato diversi presenti e notificato sanzioni amministrative per il mancato rispetto del coprifuoco e per diverse violazioni del codice della strada, riscontrate da parte di alcuni automobilisti che avevano affiancato il corteo.
a.c.
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