Ignora l’alt dei carabinieri in macchina: sotto il tappetino aveva un coltello
L’uomo, con precedenti specifici, era stato fermato a Dronero in compagnia di un amico. Il ritrovamento dell’arma gli è valso una condannaAveva ignorato l’alt dei carabinieri senza però mutare l’andatura della macchina che stava guidando, tanto che i militari, all’inizio, avevano pensato solo che non si fosse accorto della paletta. Poi però, dopo aver atteso qualche istante, si erano messi all’inseguimento di quella Lancia Y diretta da Dronero verso Caraglio.
Alla guida c’era G.A., precedenti per reati contro il patrimonio e anche per porto abusivo di armi. Una circostanza che aveva indotto ad approfondire i controlli: “Non riuscivamo a capire il motivo di questo comportamento e abbiamo ipotizzato che potesse nascondere armi o oggetti atti ad offendere” ha spiegato in aula uno dei carabinieri impegnati nel posto di blocco. L’arma in effetti c’era: un coltello a serramanico, con lama di otto centimetri, rinvenuto sotto il tappetino del guidatore.
L’automobilista, ha spiegato il militare, viaggiava insieme a un amico e si era subito assunto la responsabilità di tutto. Non aveva tuttavia saputo spiegare perché - né da quanto tempo - il coltello si trovasse lì. I due erano vestiti in modo ordinario e non avevano attrezzi che potessero far pensare al proposito di compiere un furto. Anche l’oggetto, un coltello da lavoro, non destava particolari sospetti: “Se fosse stato in qualunque altro posto della macchina sarebbe cambiata la prospettiva e forse anche l’esito del processo” ammette il pubblico ministero Alessandro Borgotallo. “Il problema - aggiunge - è che il coltello occultato sotto il tappetino è pericoloso: in caso di lite stradale, il passo che porta a estrarlo è brevissimo”.
Non di “occultamento” ma di semplice dimenticanza si sarebbe trattato, ribatte l’avvocato Giuseppe Galvagno: “L’occultamento - sostiene il difensore - presuppone un’attività più elaborata, come avvolgerlo in un foglio di carta: qui probabilmente gli era caduto dalla tasca”. Del resto “il soggetto è stato collaborativo, se avesse avuto contezza di avere il coltello avrebbe potuto lanciarlo dal finestrino: è stato fermato solo qualche chilometro dopo dai carabinieri. Il fatto che non sia scappato dimostra che non pensava di avere nulla da temere”.
Il giudice Marco Toscano ha comunque ritenuto sussistente il reato. A fronte dei mille euro di sanzione e sei mesi di arresto richiesti dall’accusa, il tribunale ha condannato l’imputato a un’ammenda di 1300 euro.
Andrea Cascioli
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