Il figlio denuncia il padre per diffamazione: “Mi accusa su Facebook di essere un ladro”
Ripetuti messaggi sui gruppi social sono all’origine del procedimento. Ma l’autore della querela fa sapere di essere disposto a ritirarla, in cambio delle scuseIl figlio contro il padre, divisi da una denuncia per diffamazione che il primo, esasperato, ha presentato nei confronti dell’anziano genitore dopo ripetute accuse sui social. Ora, fa sapere a processo in corso, sarebbe disposto a ritirarla, in cambio però delle scuse e del risarcimento delle spese legali.
I due avevano anche lavorato insieme per un periodo, poi le loro strade si erano divise - non solo sul piano professionale. “Una domenica, mentre ero a casa, mi è arrivato un messaggio da un collega” ricorda l’autore della denuncia: “Mi faceva presente che su un gruppo di Facebook un tale con il mio stesso cognome mi accusava di avere rubato degli scooter”. Quell’utente altri non era se non il padre dell’accusato: “Alla sera ho saputo che insisteva a scrivere le stesse cose, nella stessa settimana l’ho visto anche su un gruppo locale di Tarantasca. Diceva che dovevo contattarlo e che avevo debiti per tremila euro”.
L’uomo afferma di aver cercato di indurre suo padre a più miti consigli, prima di arrivare alle vie legali: “Gli ho mandato un messaggio per chiedergli di smetterla, lui ha risposto che ‘tutti dovevano sapere’”. All’origine dei dissapori, spiega l’autore della querela, ci sarebbero invece litigi che nulla hanno a che fare con i fantomatici scooter o con altri oggetti che l’anziano sostiene gli siano stati sottratti, nel periodo in cui aveva alloggiato in una casa di riposo: “Per un periodo l’avevo aiutato - dice il figlio - perché aveva litigato con la sua compagna, poi si è rimesso con questa signora e abbiamo interrotto i rapporti. So che è stato in casa di riposo ma ne è stato allontanato, ora abita a Caraglio e non so in quale situazione si trovi”.
La denuncia risale al settembre del 2021, ma ancora nel novembre successivo - secondo la testimonianza di un carabiniere impegnato nelle indagini - sarebbero comparsi altri contenuti diffamatori, proprio a seguito della querela. I due, nel frattempo, non hanno più avuto modo di parlarsi: “Continua a dire che sono un ladro” fa presente il figlio, che nel processo si è costituito parte civile. La denuncia, aggiunge, era soprattutto un modo per tutelarsi, dopo che anche i suoi datori di lavoro erano venuti a conoscenza di quelle voci. A precisa domanda del pubblico ministero, la persona offesa ha risposto di non credere che eventuali problemi mentali possano essere all’origine di questo comportamento: “Che io sappia mio padre non è mai stato in cura e penso sia lucido, perché usa i social meglio di me”.
Il 16 febbraio si discuterà il caso, sempre che nel frattempo non ritorni la pace in famiglia.
Andrea Cascioli
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