Il pitbull sbrana una cagnolina davanti agli occhi del padrone: orrore al Parco Fluviale di Cuneo
Mirtilla è stata uccisa nonostante il tentativo del suo proprietario di difenderla. Lui dice amareggiato: “Non parliamo di abbattimenti, il problema sono i padroni”Perdere un animale è un’esperienza triste, come sa chiunque abbia avuto un amico a quattro zampe. Ma vederlo morire davanti ai propri occhi, in un attimo, è qualcosa di tremendo. A un sessantenne cuneese, uscito di casa con i suoi due cani, è successo nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, mentre imboccava la pista ciclabile di via Porta Mondovì, vicino ai campi da calcio sul Gesso.
“All'improvviso - racconta - ho percepito un crepitio di ghiaia alle mie spalle, come se qualcuno stesse correndo. Mi sono girato e mi sono trovato a tu per tu con un pitbull di circa 40 chili, che procedeva a tutta velocità verso di me senza collare, senza guinzaglio, senza museruola e privo di controllo da parte del padrone”. A farne le spese, purtroppo, è stato uno dei suoi due Pincher Toy, una femmina di nome Mirtilla. L’uomo si è subito reso conto che l’obiettivo era lei e ha cercato di frapporsi, afferrando il pitbull che lo ha morso a una mano: “Se avesse avuto almeno il collare magari mi sarei riuscito ad aggrappare a quello”.
Dopo aver raggiunto Mirtilla, l’altro cane l’ha travolta e azzannata più volte, devastando il suo corpicino: “Il pitbull, non contento, ha continuato a non mollare il morso e, agitando la testa, mi ha riempito del sangue e delle budella del mio cagnolino, di cui percepivo lo sgretolarsi delle ossa. A quel punto è sopraggiunto il padrone del cane che, afferrandolo per le gambe posteriori, ha provato a trattenerlo. La scena è durata circa 20-25 secondi, ma per fortuna il mio cane avrà sofferto non più di dieci, perché la ferocia del pitbull è stata così violenta e profonda da sbranarlo in quel lasso di tempo”.
Una scena di per sé orrenda a cui si aggiunge, spiega l’autore di questa testimonianza, l’amarezza per quanto accaduto in seguito. Il proprietario del pitbull si è limitato a far presente di essere assicurato, senza mostrare particolare empatia: “Mi ha chiesto di fargli sapere cosa mi avrebbero detto in ospedale, gli ho comunicato da lì che mi avrebbero fatto una radiografia, temendo una frattura alla falange di un dito: quando ho saputo che per fortuna non era una frattura, mi ha detto ‘ah, quindi niente di che’. Come se niente fosse avvenuto: al di là del dolore e del fatto che il mio cane avesse fatto quella fine”.
Per questo ora l’uomo ha deciso di rivolgersi alla giustizia, incaricando l’avvocato Fabrizio Di Vito di seguire la vicenda. “Non è per il risarcimento - chiarisce -, ma per far capire a questa gente che per tenere un cane del genere bisogna essere preparati”. Quello è il posto in cui è solito recarsi con i suoi figli di diciotto mesi e tre anni e solo per un caso, quel pomeriggio, i piccoli non c’erano: “È stata una fortuna che non avessi con me i bambini: il cane non ha cercato me, mi ha dato un solo morso per liberarsi perché rappresentavo un ostacolo. Ma cosa sarebbe potuto succedere altrimenti?”.
Il protagonista involontario di questa triste storia spiega che quanto accaduto ha segnato anche l’altro cane, Chloe, comprensibilmente terrorizzata: “Il veterinario mi ha dato delle gocce perché non vuole più uscire, ma anche io e mia moglie abbiamo paura. Ho scritto alle due di notte una lettera su quel che è successo perché faccio fatica ad addormentarmi, ho questa scena costantemente davanti agli occhi”. Da amante degli animali - oltre a due cani, ha in casa tre gatti - non vuole sentire parlare di abbattimenti: “Qualcuno dice che bisogna abbattere i cani, ma il problema sono i padroni: devi avere diecimila occhi con un cane come quello, devi essere preparato a intervenire”.
Andrea Cascioli
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