Immagini di ragazzine nude per adescare adolescenti in chat: sotto accusa un bresciano
L’adulto avrebbe “agganciato” due minorenni tramite un sito d’incontri: “Diceva che poteva presentarmi ragazze e darmi soldi per la droga” racconta uno di loroUna faccenda cominciata per gioco, su un sito d’incontri al quale i due - sedici anni uno, quindici l’altro - si erano iscritti all’insaputa dei genitori. A quell’uomo adulto, però, non avevano nascosto nulla: “Sapeva che ero minorenne, non gli ho mai detto bugie sulla mia età” racconta in tribunale il più grande dei due, oggi maggiorenne.
Certe cose, spiega, a quell’epoca non poteva ancora capirle. Finché quello strano individuo aveva cominciato a fargli proposte: “Diceva che poteva darmi soldi per la droga o per le escort, o anche che avrebbe potuto farmi conoscere ragazzine della mia età. In cambio voleva foto che mi ritraessero nudo”. R.T., residente nel Bresciano, è un soggetto ben noto alle forze dell’ordine per analoghi reati: solo tra il 2015 e il 2017 in casa sua sono state disposte tre diverse perquisizioni, su richiesta di varie procure, sempre per ipotesi di adescamento di minori e detenzione di materiale pedopornografico. “Non sapevamo più cosa portargli via, dato che continuava a procacciarsi immagini pedopornografiche” ha raccontato l’ispettore Alberto Colosio della Polizia Postale di Brescia.
In un’occasione, pochi mesi prima che arrivasse una denuncia anche dalla provincia di Cuneo, l’uomo aveva scaraventato dalla finestra il pc e gli hard disk per evitare che i poliziotti potessero sequestrarli. Per questo, la volta dopo, gli agenti erano ricorsi a uno stratagemma: “Gli abbiamo detto che eravamo postini e c’era da firmare un pacco. Poi gli abbiamo sequestrato telefoni e modem”. Tra le chat ce n’era una, in particolare, dove millantava di poter procurare “sesso facile” a un adolescente: al giovane che ha deposto oggi, un ventenne del Torinese, chiedeva informazioni sui suoi gusti sessuali. Era menzionato anche l’amico, residente in provincia di Cuneo, sebbene con lui non siano state trovate chat su Whatsapp: c’era, in compenso, il suo numero salvato in rubrica.
Dopo il sequestro, sul computer di R.T. sono state trovate tre immagini di ragazzine nude, poco più che bambine: “Dalle foto sul sito - ha spiegato il giovane testimone - si vedeva che era un adulto e avevo paura che mi denunciasse o che chiamasse gli assistenti sociali, dato che io ero un ragazzino. Volevo smettere di scrivergli ma era lui a insistere, qualche volta gli scrivevo per primo solo per vedere se dopo mi avrebbe lasciato in pace”. Nessuna videochiamata né incontri di persona, ma molte sgradevoli intromissioni nella sua vita personale: “Gli avevo confidato che mi sentivo con una ragazza di Milano, lui diceva cose oscene come ‘andiamo a scoparcela?’. Io gli chiedevo di smetterla”.
Dallo scorso anno, si è appreso, l’uomo è sottoposto a sorveglianza speciale e al divieto di avvicinarsi a oratori o ritrovi frequentati da minori. Nella prossima udienza, il 19 ottobre, il giudice ascolterà l’altra presunta vittima dell’adescamento e la madre, autrice della querela.
a.c.
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